Scritto tra il 1939 e il 1941, ma rappresentato soltanto nel 1956, «Lungo viaggio verso la notte», che Diaghilev propone con i costumi di Michele Giannini, le luci di Gianni Colapinto e le musiche originali di Paolo Coletta, non doveva essere pubblicato né messo in scena prima che fossero trascorsi venticinque anni dalla morte dell’autore. Ma la terza moglie, Carlotta Monterey, diede l’autorizzazione per l’allestimento a tre anni dalla scomparsa del drammaturgo, vincitore del Nobel per la letteratura nel 1936 e di quattro Pulitzer per la drammaturgia.
Il dramma è ambientato in una casa del Connecticut nell’agosto 1912. I membri di una famiglia disfatta da miserie fisiche e morali, nell’arco di un’intera giornata, si urlano in faccia l’uno contro l’altro la propria disperazione e la propria solitudine, scontrandosi con i loro demoni interiori, le loro debolezze, la lotta per la sopravvivenza, la fragilità dell’animo umano. Le passioni, le frustrazioni e i sogni si annebbiano in un vortice spettrale di speranze disilluse, si aggrappano a squarci di comprensione e di affetto, a fili slabbrati, per un perturbante attraversamento della notte.
Nella propria residenza estiva, la famiglia Tyrone si confronta, dal mattino a notte fonda della stessa giornata, col proprio passato e con i propri fallimenti e rimpianti, in una convulsa alternanza tra viscerali confessioni e struggente ricerca di possibili riconciliazioni. La madre Mary è schiava della morfina, il padre James è un attore di teatro ossessionato dal denaro. I due figli, Jamie, il maggiore, attore e puttaniere ed Edmund, scrittore in erba affetto da tubercolosi, entrambi a un passo dall’alcolismo. «O’Neill – spiega Marini – trasforma gli anni della propria formazione giovanile in materiale per una dolente tragedia familiare e, come già in altre sue opere, il modello greco informa temi e linee di rappresentazione: rapporti conflittuali tra padri e figli, madri morbose, risonanze freudiane, ambivalenze emotive e sconfitta predestinata sono gli ingredienti di questa lunga giornata verso una notte ormai nebbiosa e incupita dal suono di una triste sirena e di campane di un porto lì vicino».
Ingredienti di un’opera toccante per il suo impatto emotivo e spietata per il suo crudo realismo. Un autentico capolavoro della letteratura americana del Novecento, che ha ispirato alcune celebri trasposizioni cinematografiche, in primis quella del 1962 diretta da Sidney Lumet con Katharine Hepburn, Dean Stockwell, Jason Robards e Ralph Richardson, cui sono poi seguite le versioni del 1972 di Peter Wood con Laurence Olivier e Constance Cummings e del 1987 di Jonathan Miller con Peter Gallagher e Jack Lemmon.
Domenica 24 nel Sacello della Cattedrale di Minervino e lunedì 25 novembre nella chiesa di…
In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne l'evento che racconta l’attenzione rivolta…
L’iniziativa è promossa da Legambiente con il patrocinio del Comune di Alberobello ALBEROBELLO - Le…
Domenica 24 novembre, per la terza stagione di Nasca il teatro, lo spettacolo tratto dal…
Lo spettacolo andrà in scena dal 22 al 26 gennaio 2025. I mitici sette re…
CASTELLANA GROTTE - Martedì 26 novembre 2024, alle ore 18.30, presso la sede del Circolo…
102 casi positivi rilevati in una settimana su 3.235 tamponi. Due decessi; 11 le persone…
L'evento si terrà presso il Community Hub Spazio13, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione…
Torna l'appuntamento con i Monsters , da quest'anno Fantastic Film Festival. Sei giorni di proiezioni,…
L'Opinionista © 2008 - 2024 PugliaNews24 supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Contatti - Archivio notizie - RSS - Privacy Policy - Cookie Policy - Facebook - Twitter