A Bari va in scena “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde

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Il 14 e 15 ottobre al Piccolo Teatro di Bari “Eugenio D’Attoma” la commedia con Nietta Tempesta, un riadattamento del testo del regista Maurizio Sarubbi

BARI – Sabato 14 e domenica 15 ottobre al Piccolo Teatro di Bari “Eugenio D’Attoma”, andrà in scena la commedia “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde con riadattamento del testo del regista Maurizio Sarubbi e di Nietta Tempesta che ne è consulente artistica, un lavoro con un’alta ironia e una comicità sottile dettata dalla trama.
“Ho cercato di dare a questo lavoro un taglio essenziale – ha spiegato Sarubbi – lasciando spazio alla bravura degli attori e con dei ritmi moderni. La scenografia è basica e i movimenti sono minimi. Con l’aiuto di Nietta abbiamo puntato a lavorare su un’attorialità interiore che riempie il palco aldilà di tutto il resto”.
A spiccare tra il cast di attori c’è proprio la talentuosa e navigata Nietta Tempesta la quale, superati i novant’anni e il problema al femore che l’ha tenuta lontana dai palcoscenici per tutta l’estate, in scena guida Maurizio De Vivo, Daniel Torre, Susi Rutigliano, Caterina Rubini, Silvia Cuccovillo e Maurizio Sarubbi. Il lavoro teatrale di Sarubbi rispecchia per la quasi totalità l’opera originale di Wilde rappresentata per la prima volta il 14 febbraio 1895 al St James’s theatre di Londra. Questa commedia si fonda su un gioco di parole presente nella lingua inglese: tra i due protagonisti nessuno è del tutto onesto (earnest), né veramente Ernest. I due termini si pronunciano allo stesso modo: Oscar Wilde si dilettò così tra l’aggettivo “earnest” che parla di affidabilità, e il nome proprio, volendo in questo modo evidenziare l’importanza dell’apparenza e della forma nella società inglese del tempo, nonché l’inaffidabilità di un nome. “Commedia frivola per gente seria”: così venne definita dallo stesso autore, il quale utilizza la letteratura per trasgredire, per scandalizzare e contestare tutto dell’epoca. Dalla visione della famiglia all’istruzione, dall’ipocrisia di matrimoni combinati all’importanza di certa letteratura scomoda, l’aristocrazia terriera, le speculazioni, il perbenismo, il finto decoro da mostrare in pubblico: tanti sono i risvolti malcelati di questa storia apparentemente leggera, ricca di tanti i messaggi scomodi. Ma in questo, lo sappiamo, Oscar Wilde era maestro.
“Il testo e la linfa dell’opera originaria non è stata toccata. Abbiamo ridotto la lunghezza di questa commedia portandola a circa 120 minuti, quindi c’è tantissimo di Wilde, un autore potente che va rispettato. Noi in scena cerchiamo di fare appunto questo, trasmettere il suo pensiero in modo chiaro”.
Lo spettacolo, una produzione Piccolo Teatro di Bari, andrà in scena sabato alle 21 e domenica alle 19, con repliche la settimana successiva (sabato 21 e domenica 22 ottobre) agli stessi orari.

Piccolo Teatro – Strada privata Borrelli, 43 – Bari
Infoline: 3515925070
Inizio spettacolo: 21 (sabato) – 19 (domenica)