Decaro: “Atto infame. Ora ci auguriamo comandante riposi in pace”
BARI – Si è conclusa questa mattina una importante operazione di Polizia Giudiziaria attraverso cui è stato possibile identificare, in meno di 36 ore dal momento in cui si è verificato l’ultimo episodio di danneggiamento, il soggetto che più volte ha oltraggiato la lapide posta sul loculo dove riposa il compianto Generale Marzulli Nicola già Comandante del Corpo di Polizia Locale di Bari.
“Forse ora il Comandante Marzulli troverà pace – dichiara Decaro – e con lui la sua famiglia che in queste settimane è stata oltraggiata da questi atti infami. Era nostro dovere individuare il colpevole, lo dovevamo al Comandante, alla famiglia e a tutti i cittadini che insieme a noi si sono indignati davanti a questa vicenda. Voglio ringraziare tutto il corpo della Polizia locale che anche in questo caso ha lavorato per il suo Comandante e per la città e il sostituto Procuratore della Repubblica Errede che ha seguito insieme a noi la vicenda con lo stesso spirito di collaborazione che in questi anni ha permesso a questa città di fare grandi passi in avanti sul fronte della legalità. Giustizia è fatta, ora credo non verrà più in mente a nessuno di compiere di nuovo gesti simili”.
L’autore, un uomo di 58 anni C.P.G. di Bari, è stato identificato e bloccato dagli investigatori della Polizia Locale di Bari grazie ad una delicata attività di indagine coordinata e diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari Dott.ssa Grazia Errede, che nella circostanza ha anche autorizzato l’installazione di un sistema di ripresa video attraverso cui è stato possibile individuare il soggetto che, nel primo pomeriggio di giovedì scorso, aveva danneggiato non solo la foto del Comandante Marzulli ma anche sottratto la campana della lampada votiva strappando persino il portalampada interno e lampadina ad esso collegata. Al termine dell’atto di vilipendio, il soggetto ha addirittura eseguito un gesto di disprezzo con la mano all’indirizzo della lapide. Le modalità con cui si sono svolti i fatti sono assimilabili a quelle riscontrate nei precedenti atti di vilipendio. L’uomo, dopo gli adempimenti di rito, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per i reati di vilipendio aggravato dai futili motivi e compiuto con l’uso di arma da taglio nonché per furto aggravato per aver sottratto gli accessori della lapide.
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