BARI – Questa mattina, nel Teatro Petruzzelli, il sindaco di Bari Antonio Decaro ha portato i saluti della città in apertura dei lavori del XXXII congresso dell’Associazione Nazionale Magistrati, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Di seguito il testo integrale dell’intervento.
Signor Presidente della Repubblica,
è un grande onore per me, da sindaco di Bari e della Città metropolitana, darLe il benvenuto in occasione dell’avvio dei lavori del trentaduesimo congresso dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Sono particolarmente orgoglioso di accogliere Lei e tutti i magistrati che oggi si riuniscono in uno dei nostri gioielli più preziosi, il Teatro Petruzzelli di Bari.
Un teatro, costruito agli inizi del Novecento grazie allo spirito imprenditoriale e alla tenacia della borghesia barese, e poi ricostruito con la stessa tenacia dagli amministratori baresi 18 anni dopo l’incendio doloso che lo distrusse.
Le vicende di questo teatro – la costruzione, la distruzione e la successiva ricostruzione – sono tappe simboliche perché ci raccontano la storia di una città che non si è mai ripiegata su se stessa, non si è mai rassegnata alle crisi economiche, alle contrapposizioni politiche e alla pervasiva presenza della criminalità organizzata.
Se siamo qui, in questo teatro, è perché Bari, una città del Sud, non si è arresa. Anzi ha risposto allo sfregio subito ricostruendo uno dei simboli della propria identità culturale. Oggi il Teatro Petruzzelli è il più giovane dei quattordici Enti lirici italiani, e di questo siamo orgogliosi e confidiamo che si possa definire celermente e in modo equo il contenzioso relativo alla proprietà.
Così come siamo orgogliosi di aver combattuto in questi anni una lotta durissima alla criminalità organizzata che ha visto impegnati fianco a fianco la magistratura, le forze dell’ordine, le istituzioni e i cittadini baresi.
La nostra città è diventata tristemente famosa, non molto tempo fa, per gli omicidi di Michele Fazio e Gaetano Marchitelli, giovani vittime innocenti di mafia. Nel nome di Michele e di Gaetano, grazie all’impegno dei loro familiari, è nato un movimento antimafia che ha contribuito in modo decisivo a fare giustizia: grazie al lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine gli assassini di Michele Fazio e Gaetano Marchitelli sono stati processati e condannati, dimostrando, nei fatti, che non c’è scampo per chi sceglie la strada della mafia e dell’illegalità.
Abbiamo fatto tanti passi in avanti, è vero, ma ancora molta strada resta da fare.
In questi giorni si sta celebrando il processo agli imputati dell’omicidio di un altro giovane, Florian Mesuti, di nazionalità albanese, barbaramente ucciso il 29 agosto dell’anno scorso davanti a un oratorio della città. Quel giorno Florian era intervenuto a sedare una rissa tra ragazzini, ed è stato ucciso da un ragazzo, come lui, che però nella vita ha scelto la strada sbagliata.
Anche in questo processo il Comune si è costituito parte civile, accanto alla famiglia di Florian: perché qui a Bari non abbiamo mai fatto distinzione tra italiani e stranieri. Noi siamo la città che 24 anni fa, davanti ai 20.000 albanesi della nave Vlora, non abbiamo costruito muri né fili spinati, ma abbiamo aperto le nostre case. Perché un essere umano sa che davanti a un bambino che scappa dalla dittatura o dalla guerra, che sia albanese, siriano o eritreo, si deve tendere una mano, non chiedere un passaporto.
Per noi è un dovere onorare il ricordo di Florian come di Michele, Gaetano e di tutte le vittime innocenti delle mafie: perché vogliamo dimostrare che questa città non appartiene e non apparterrà mai a chi pretende di affermare, con la violenza, le logiche del predominio mafioso.
La lotta per la giustizia non si esaurisce però nella lotta alla criminalità, comune e organizzata, lo sappiamo bene: è compito di tutti i livelli dell’amministrazione essere di esempio per i cittadini, combattere la corruzione, il malaffare e il clientelismo che si annidano anche al suo interno, e che sono di fatto l’altra faccia del potere mafioso.
Sono le istituzioni, con una pratica quotidiana di rigorosa coerenza e di irreprensibile responsabilità, che possono e devono rinsaldare quel legame tra cittadini e loro rappresentanti ormai logorato da decenni di scandali e di malaffare.
Dobbiamo lavorare al fianco della rete delle associazioni e delle realtà, laiche e cattoliche, impegnate ad animare presidi di socialità e di legalità nei nostri territori, consapevoli che una comunità può dirsi tale solo se è forte il senso di appartenenza che la anima.
Ma in questo percorso di legalità abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno della costante presenza delle istituzioni, dell’attenzione e dell’aiuto del governo. Qui a Bari viviamo ormai da troppo tempo il disagio di un’amministrazione della giustizia ospitata in spazi inidonei e fatiscenti, non degni di rappresentare la qualità del lavoro di chi vi opera.
Perché se è vero, come diceva un grande studioso francese, che la giustizia non può esistere al di là dei suoi simboli, così come il diritto non può fare a meno delle sue forme, l’istituzione giudiziaria deve avere una sede di lavoro che costituisca un simbolo di legalità, allo stesso modo in cui il Teatro Petruzzelli rappresenta per noi oggi lo spirito di impresa e la cultura.
Siamo consapevoli, Signor Presidente, di non poter affrontare questo percorso da soli. Un primo significativo risultato, su questo tema, l’abbiamo ottenuto il 16 dicembre scorso, quando la commissione di manutenzione ha deliberato all’unanimità il parere favorevole alla realizzazione del Polo della Giustizia sull’area di due caserme in disuso, messe prontamente a disposizione dal Governo su richiesta dell’Amministrazione comunale.
È solo un punto di partenza. Ora bisognerà concentrare l’impegno di tutti, in particolar modo del Ministero della Giustizia, per avviare celermente le fasi propedeutiche affinché l’opera si possa realizzare.
Con questo auspicio, e con sentimenti insieme di affetto, amicizia e deferente rispetto Le rinnovo, a nome mio e dei cittadini baresi, il più caloroso benvenuto, rivolgendo al Presidente dell’Anm Rodolfo Maria Sabelli e a tutti i magistrati qui presenti i migliori auguri di buon lavoro.