Presentato il programma dell’undicesima edizione
L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Palazzo di Città da Koblan Amissah e Taysir Hasan dell’associazione culturale Abusuan di Bari, alla presenza delle assessore al Welfare, Francesca Bottalico e alle Politiche educative e giovanili Paola Romano, del Rettore della Università di Bari Antonio Uricchio , del missionario comboniano Padre Ottavio Raimondo e della dirigente della scuola media Tommaso Fiore di Bari, Licia Positò.
L’undicesima edizione della Festa dei popoli porta il titolo di “Il mondo casa comune” e da quest’anno ha una connotazione metropolitana anche grazie al fatto che è stata selezionata al sesto posto del progetto MigrArti indetto dal MIBACT, un’iniziativa promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la valorizzazione delle culture e delle popolazioni immigrate in Italia, nell’ottica di contribuire allo sviluppo del confronto e del dialogo interculturale e all’inclusione sociale.
“Un importante riconoscimento, un valore aggiunto – ha spiegato Koblan- che ci rende orgogliosi di questi anni di crescita collettiva della numerosa famiglia che è nata intorno a questa festa che nella pratica è un’operazione tanto complessa quanto affascinante.
L’evento dopo una attività di coprogettazione, partecipazione e approfondimento che ha visto coinvolti come partner del progetto l’Università di Bari, il teatro Pubblico Pugliese di Bari e le scuole elementari, medie inferiori e superiori della città, coordinate dalla scuola media Tommaso Fiore di Bari – ha continuato Koblan -, entra nel vivo già da lunedì 23 maggio. Il programma prevede una serie di laboratori, mostre fotografiche, convegni, momenti conviviali e di degustazione per culminare nel fine settimana a parco Perotti. Il festival sarà aperto anche quest’anno da una sfilata interculturale che, il 27 maggio, partirà dalla spiaggia “Pane e pomodoro” per raggiungere il Parco Perotti: un momento simbolo che realizza i principii alla base di tutta l’organizzazione; una marcia di musica e colori per trasmettere alle cittadinanze il senso di una festa all’insegna dell’unità nella diversità e per rafforzare il senso di cittadinanza nel mondo”.
“Il fatto che la festa dei Popoli sia dedicata quest’anno alla Casa Comune – ha dichiarato l’assessora Bottalico – ci ricorda come la nostra città sta diventando sempre più interculturale. Io nell’essenza di questa festa, intravedo il valore fondamentale della ‘cittadinanza’, un diritto che, grazie alla festa dei popoli, è proprietà anche di chi la cittadinanza non ce l’ha, che però ha ugualmente motivo e modo di sentirsi cittadino ‘a tutto tondo’ della comunità nella quale vive. E proprio questo nuovo cittadino diventa organizzatore e creatore della festa stessa, riempendola di significato con la propria identità, le proprie idee, le proprie esperienze. L’amministrazione quindi sostiene in pieno questa iniziativa, impegnandosi affinché questa diventi un percorso ancora più incisivo e profondo, trasformandosi da operazione culturale a processo quotidiano che coinvolga tutta la comunità. Ricordo che per la prima volta quest’anno l’assessorato al welfare ha promosso il bando ‘Casa delle Culture’, che sarà un grande centro polifunzionale nel quartiere S. Paolo finalizzato all’accoglienza e alla valorizzazione delle culture, e che ovviamente ingloberà la festa dei Popoli, con l’obiettivo di renderla la vera casa comune della condivisione”.
“Per il mondo della scuola – ha detto l’assessora Romano – la festa dei Popoli è iniziata già da tempo, perché la Festa non è altro che quello che vivono le scuole baresi ogni giorno. I nostri istituti sono frequentati da oltre 1500 alunni definiti dalla legge ‘non italiani’. Per noi, questi bambini invece, al pari di tutti gli altri, costituiscono una vera ricchezza, e non è una semplice questione di tolleranza perché noi siamo convinti che il diverso non si ‘tollera’ ma si ‘vive’, arricchendoci. I ragazzi parteciperanno quindi alla festa assaporando odori, colori, tradizioni e musica diversa. Questa edizione è per noi ancora più importante grazie al riconoscimento del Ministero, su cui poniamo il nostro sigillo su un lavoro condiviso con tantissime realtà e che ha consentito al nostro progetto di arrivare al sesto posto in tutta Italia. Bari ha avuto il merito di credere davvero nella fratellanza tra i popoli”.
“Fino ad ora – ha osservato padre Raimondo – abbiamo sempre parlato del mondo come un villaggio globale, ma adesso l’espressione più adatta secondo me è ‘mondo casa comune’. Cosa succederebbe se i media proponessero per un articolo il titolo ‘Bari casa comune’? Scriverebbero che il futuro non è dei ghetti, dei rioni, dei gruppi etnici o delle classi sociali. Ma il futuro è nell’insieme. Sentirsi casa, dove ognuno condivide le proprie ricchezze e i propri valori. E allora, il nostro augurio è che questa festa, che compie adesso undici anni, sia davvero un momento nel quale scoprire che chiunque di noi, senza l’altro, senza il diverso, non si rinnova e si impoverisce”. La mia esperienza mi insegna che non solo a Bari, ma in tutta Italia le feste dei Popoli sono state organizzate da persone con un grande spirito missionario, uomini e donne che grazie al diverso hanno realizzato i propri sogni. Il futuro appartiene a chi crede alla bellezza di questi sogni”.
“L’università – ha continuato il rettore Uricchio – ha aderito con entusiasmo questa bella esperienza di condivisione di esperienze e di valori mirabilmente creata da Abusuan e dai missionari comboniani, e che raccoglieremo e svilupperemo attraverso l’impegno dei nostri studenti. Nei nostri locali ospiteremo la settimana prossima due mostre, attraverso le quali potremo raccontare di Bari come una città che nei secoli ha radicalmente cambiato pelle, maturando una serie impressionante di esperienze di vita. I nostri studenti saranno invece coinvolti da una serie di conferenze e letture aperte al pubblico e alle altre istituzioni formative (penso alle scuole), perché riteniamo che il nostro istituto debba aprirsi definitivamente al mondo del confronto delle diverse esperienze”.
La partecipazione al bando ministeriale – ha affermato la preside Licia Positò – è il riconoscimento del grande valore aggiunto proposto da questa iniziativa, che consiste essenzialmente nel riuscire a confondere le idee nella loro diversità, aumentandone così la forza e la capacità di arrivare ovunque. Noi siamo convinti che la responsabilità educativa della quale siamo investiti comprende proprio la promozione della cultura dell’ascolto. Se dovessimo definire questa festa, utilizzeremmo tante parole che iniziano con la lettera C: consuetudine, collaborazione, coordinamento, confondere, coraggio, credere, coerenza, comboniani, casa comune, comunità globale, cultura dell’ascolto e della convivenza”.
Festa dei popoli metropolitana 2016 è stata realizzata in partenariato con i Missionari comboniani di Bari e con numerose comunità straniere, associazioni, cooperative, comitati, Ong, Università, gruppi parrocchiali, sindacali e diverse realtà della scena culturale e sociale locale, in collaborazione con la Regione Puglia ed il Comune di Bari.
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