BARI – Su proposta del sindaco Antonio Decaro, la giunta comunale ha approvato nel pomeriggio la delibera di indirizzo per avviare, presso il Ministero dell’Interno, tramite la Prefettura di Bari, la proposta di un riconoscimento al valor civile in favore degli agenti di P.G. Francesco Giuseppe Raimondi e Claudio Marino, protagonisti di un coraggioso intervento in soccorso di una persona in evidente stato di difficoltà.
Il 16 novembre 2020, infatti, i due agenti, di rientro dal lavoro, avvistarono una densa colonna di fumo provenire da un edificio abbandonato in prossimità dello svincolo della SS 16 Bari-Carbonara, solitamente frequentato da persone senza dimora. Attirati dalle urla, constatarono quindi la presenza di un uomo intrappolato all’interno della struttura in quanto le fiamme avevano già distrutto la scala interna, unica via di fuga dall’edificio.
Dopo aver fatto spostare l’uomo nella zona non ancora interessata dall’incendio, valutata l’impossibilità di trarlo in salvo da soli, allertarono i Vigili del Fuoco, grazie al cui intervento tempestivo l’uomo venne salvato.
Pertanto, in virtù del loro senso del dovere e della prontezza mostrata nel soccorrere l’uomo, la giunta ha ritenuto di avviare la procedura necessaria per l’assegnazione dell’onorificenza ai due protagonisti della vicenda.
“Credo che in quella circostanza – commenta il sindaco Decaro – gli agenti Raimondi e Marino abbiano dimostrato non solo grande senso del dovere ma anche profonda umanità nel mettere a rischio la propria incolumità per soccorrere uno sconosciuto, che sarebbe probabilmente morto se i due non si fossero preoccupati di verificare la causa di quel fumo per poi scoprire la presenza, all’interno dell’edificio in fiamme, di una persona in gravi difficoltà. La natura di ciascuno si misura nelle circostanze che si verificano e che ci portano a fare delle scelte, anche rischiose, come in questo caso. Per questo la città di Bari è grata ai due agenti per il gesto di responsabilità e di coraggio che hanno compiuto senza conoscere in alcun modo l’identità del malcapitato né preoccuparsi delle possibili conseguenze negative. Spero che la procedura presso il Ministero dell’interno vada a buon fine, perché storie come questa ci fanno sentire davvero tutti parte di un’unica comunità“.