Bari

Bari, la pittura per accendere i colori della vita e sbiadire le paure

Scienza e arte si fanno compagnia nel convegno “Ormonoterapia e Dislipidemie nel Carcinoma Mammario: esperienza di una Breast Unit”

BARI – L’arte in campo, alleata della prevenzione. Per ammirare un orizzonte di bellezza anche da una stanza di degenza.

Tra le tante pagine che sanno di vita nell’Istituto tumori, sta per essere scritta anche quella relativa al convegno dal titolo “Ormonoterapia e dislipidemie nel carcinoma mammario: esperienza di una Breast Unit” in programma sabato 3 febbraio a partire dalle 8.30, nella sala conferenze dell’Oncologico. Un’occasione per tenere insieme le perle della scienza e della cultura. «Parlare di arte è uno dei modi per rompere l’isolamento che spesso vivono gli ammalati di cancro e per dar loro coraggio anche attraverso i colori e l’estro degli artisti», anticipa la professoressa Clara Gelao, Direttrice della Pinacoteca Metropolitana di Bari, impegnata sabato a illustrare al pubblico una serie di dipinti che ritraggono figure femminili, presenti nelle collezioni della galleria barese e risalenti all’800 e al 900. Una prima pagina di un libro che si riempirà via via di nuovi appuntamenti con i pazienti, segnando altre tappe con le protagoniste dell’arte pugliese e nazionale.

La mattinata sarà impreziosita dalle testimonianze delle pazienti dell’associazione di volontariato “Ui Together” interna all’Istituto, impegnate a dilettare il pubblico con una serie di performance frutto del delicato lavoro svolto nei percorsi di recupero psico-fisico, grazie al supporto della chirurgia plastica e della psiconcologia. Storie di aggrappamento alla vita, per riprendersi il futuro. Tra le opere al centro della scena, anche quelle espressione di un processo terapeutico di musicoterapia di gruppo “Io sono…Io Suono!”, un percorso integrato continuativo proprio del servizio di psiconcologia.

Ma il regalo alle donne sarà doppio nell’incontro del 3 febbraio, momento per esaltare l’importanza della prevenzione, prima ancora della cura della malattia. Del resto, è possibile intervenire ben prima che la mano ignota del cancro provi a scippare benessere e serenità, grazie all’identificazione e alla prevenzione dell’insorgenza dei fattori di rischio. «Il tumore al seno è la più frequente malattia oncologica nella donna con conseguenze sul piano individuale, familiare e sociale, colpendo talora anche in giovane età – non lo nascondono i responsabili scientifici del meeting, il dottor Vito Lorusso, Direttore dell’Unità di Oncologia Medica e la dottoressa Agnese Maria Fioretti, cardiologo dell’IRCSS barese- E allora come affrontarla? La prevenzione è prioritaria nella lotta alla malattia; vi sono inoltre terapie che possono salvare la vita delle pazienti come la chirurgia senologica, la chemioterapia, le terapie biologiche e la radioterapia».
Spinti dalla necessità di creare una cultura della prevenzione tra i pazienti e, più in generale, tra tutti i cittadini, baluardo di una migliore qualità di vita, la mattinata proverà a sensibilizzare un numero ampio di donne sull’importanza vitale della diagnosi precoce dei tumori della mammella. «Il meeting – continuano i responsabili scientifici – approfondirà il tema dell’ormonoterapia e delle possibili conseguenze sul profilo lipidico, alla luce delle recenti linee guida europee sulle dislipidemie e del legame tra sindrome metabolica e tumore mammario».

Un momento di confronto dal forte valore simbolico in un ospedale che continua a ribollire di stimoli per i degenti. «Le pazienti col tumore al seno – aggiunge il Direttore Generale dell’Istituto Tumori, Antonio Delvino – seguono presso l’IRCCS un percorso diagnostico terapeutico assistenziale ben preciso, dettato dai più aggiornati standard di qualità nell’ambito della Breast Unit e del team multidisciplinare, al fine di stabilire le migliori terapie per ciascuna di loro».
A quanti non avranno la possibilità di raggiungere la sala conferenze, sarà garantita la diretta video dell’incontro in tutte le stanze di degenza, affinché arrivi forte e chiaro un messaggio: privilegiare l’approccio preventivo e multifattoriale della malattia, anziché quello solamente curativo.

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