Bari, le decisioni sul parco multifunzionale delle torri e dei casali del nord barese

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La giunta approva delibera di indirizzo per variante di adeguamento del PRG al PTTR

logo BariBARI – Su proposta dell’assessora all’Urbanistica Carla Tedesco, la giunta comunale ha approvato ieri una delibera di indirizzo volta alla predisposizione di una variante di adeguamento del Piano regolatore generale – PRG al Piano paesaggistico territoriale regionale – PPTR per la parte di territorio comunale interessata dallo studio di fattibilità relativo al “Parco agricolo multifunzionale di valorizzazione delle torri e dei casali del nord barese”, in attuazione del Progetto territoriale strategico “Patto Città-Campagna”.

Nelle norme tecniche di attuazione (NTA) del PPTR la Regione Puglia ha individuato sull’intero territorio regionale sei Parchi multifunzionali di valorizzazione, identificati in “quelle parti di territorio regionale la cui valenza paesaggistica è legata alla singolare integrazione fra le componenti antropiche, agricole, insediative e la struttura geomorfologica e naturalistica dei luoghi oltre che alla peculiarità delle forme costruttive dell’abitare”.

Questi i parchi individuati:

1. il parco multifunzionale della valle dei trulli
2. il parco multifunzionale degli ulivi monumentali
3. il parco multifunzionale dei Paduli
4. il parco multifunzionale delle serre salentine
5. il parco multifunzionale delle torri e dei casali del Nord barese
6. il parco multifunzionale della valle del Cervaro

In particolare il “Parco multifunzionale delle torri e dei casali del nord barese” interessa un’area caratterizzata da un complesso sistema di relazioni territoriali tra il sistema della costa, sede di alcune importanti risorse e fragilità ambientali e paesaggistiche (fronte balneare, aree umide, sbocco finale di corsi d’acqua e lame), l’Alta Murgia, luogo dall’orografia più pronunciata da cui nasce la rete delle acque e dove si colloca la principale riserva di naturalità limitrofa all’area, e l’area metropolitana di Bari, all’interno della quale è presente da una parte l’aeroporto di Palese e dall’altra un importante elemento naturalistico quale Lama Balìce.

Il parco interessa, quindi, alcuni dei pochi lembi del territorio cittadino non urbanizzati, localizzati a nord-ovest, al confine con i Comuni di Bitonto e Giovinazzo. Si tratta di un’area in cui la coltura/cultura dell’olio appare prevalente nel paesaggio rurale storico, anche dal punto di vista del patrimonio edilizio rurale, in cui si segnala la presenza di:

* una rete di frantoi, spesso ipogei (trappeti) con collocazione rurale e suburbana
* particolari tipologie edilizie caratterizzate per la presenza di piscine per la conservazione dell’olio, collocate spesso all’interno della cerchia muraria dei centri costieri, a testimonianza dell’importanza degli scambi commerciali legati all’olio e della presenza di forti attività artigianali.

L’oliveto appare oggi ancora dominante, presentando una trama larga, più fitta e articolata verso l’Alta Murgia; il mosaico agricolo periurbano appare organizzato in penetranti strutturate lungo le lame che, intorno a Bari, risultano intervallate con le direttrici di espansione della periferia.

In particolare, nell’area del territorio comunale di Bari inclusa nell’area di studio sono evidenti le pressioni antropiche legate, tra l’altro, alla presenza di infrastrutture di rilievo regionale e imponenti quartieri storici di edilizia popolare (aeroporto Palese, quartiere San Paolo). Il confine sud-est è invece determinato da un importante elemento naturalistico legato all’idro-geomorfologia: la Lama Balice.

A maggio del 2015 è stato sottoscritto, tra la Regione Puglia – assessorato alla Qualità del Territorio, il Comune di Molfetta, capofila di un raggruppamento costituito dai Comuni di Bisceglie, Corato, Molfetta e Ruvo di Puglia, e il Comune di Bitonto, capofila del raggruppamento costituito dai Comuni di Bitonto, Bari, Giovinazzo e Terlizzi, il Protocollo di intesa per la realizzazione dello Studio di fattibilità per l’attuazione del “Parco multifunzionale delle torri e dei casali del nord barese”. A giugno di quest’anno il Comune di Molfetta, in qualità di capofila, ha trasmesso al Comune di Bari la delibera di presa d’atto dello studio di fattibilità del Parco multifunzionale.

Lo studio prevede di arrestare l’urbanizzazione della campagna e realizzare un insieme di azioni volte alla ricostruzione di un paesaggio agricolo ricco di relazioni con il territorio urbano, nel quale possano svilupparsi attività di agricoltura a servizio dei cittadini, interventi per aumentare la biodiversità e la connettività del sistema rurale e per mitigare l’impatto ecologico e paesaggistico delle aree insediate, progetti di riqualificazione ecologica degli insediamenti e ridefinizione dei margini urbani.

Abbiamo l’obbligo di costruire per le future generazioni nuove prospettive di sviluppo – commenta Carla Tedesco – in grado di intercettare le più recenti tendenze che vedono in Italia e, in particolare nel Mezzogiorno, una crescita significativa del settore agroalimentare e di salvaguardare e valorizzare lo straordinario paesaggio pugliese che, negli ultimi anni, ha proiettato la nostra regione nei circuiti nazionali e internazionali del turismo. Lo sviluppo sostenibile è oggi in tutte le città europee una questione che vede intrecciata la dimensione urbana e quella rurale, lo spazio delle pratiche urbane non coincide più con i limiti della città. Questo è particolarmente evidente nel margine città-campagna, un territorio dove lo sviluppo urbano sostenibile può essere declinato concretamente in modi innovativi trasformando beni paesaggistici, naturalistici e culturali in centri vivi di aggregazione, produzione, inclusione sociale, anche attraverso forme di condivisione di elementi materiali e immateriali (piattaforme digitali, imprese sociali). A questi mutamenti deve corrispondere un progetto di riorganizzazione territoriale che ristrutturi forme insediative e forme dell’economia”.

Coerentemente con questi indirizzi, con la delibera approvata ieri l’amministrazione ha dato mandato alla ripartizione di sospendere le procedure relative all’istruttoria dei piani esecutivi incompatibili con il PPTR e, in particolare, con le previsioni dello Studio di fattibilità.