Per la XIII Stagione concertistica domani il recital nella Sala del Mutilato
BARI – Nel 1961 il «Poco Allegretto» dalla Terza sinfonia di Johannes Brahms venne inserito nella colonna sonora di «Le piace Brahms?», il film con Ingrid Bergman, Yves Montand e Anthony Perkins tratto dall’omonimo romanzo di Françoise Sagan. E ai rapporti tra mondo del cinema e musica classica (ma non solo) è ispirato il concerto che dal titolo di quel film prende il nome. Con il patrocinio dell’assessorato alle Culture del Comune di Bari, lo propone la Bottega dell’Armonia che, per la tredicesima Stagione concertistica, sabato 27 maggio (ore 19, ingresso libero), nella Sala del Mutilato, ospita il clarinettista Leonardo Cattedra e il Quartetto d’archi Felix, protagonisti del recital intitolato, per l’appunto, «Le piace Brahms?». Partendo dal «Poco Allegretto» del compositore tedesco, i cinque musicisti offriranno un excursus tra musiche antiche e contemporanee di Odling, Mozart, Dvorak, Gounod e Piazzolla accompagnate dalle proiezioni delle immagini e dei film per i quali sono state utilizzate.
Un collage di immagini inerenti la «street art» e la produzione di murales in differenti città sottolineerà l’esecuzione dell’Allegro dal Quartetto n. 1 di Federico Odling, poliedrico compositore e violoncellista genovese (trapiantato a Napoli) che è stato tra i fondatori dei Virtuosi di San Martino. Quindi, si ascolteranno la celebre «Marcia funebre per una marionetta» di Charles Gounod, universalmente nota come sigla della serie «Alfred Hitchcock presenta», e l’Adagio dal Concerto per clarinetto di Mozart che molti appassionati di cinema associano al film «La mia Africa», classico del 1985 diretto da Sydney Pollack e ispirato al romanzo omonimo di Karen Blixen, in cui la storia d’amore, intensa e infelice tra i due protagonisti, interpretati sul grande schermo da Meryl Streep e Robert Redford, si staglia sullo sfondo della bellezza mozzafiato della natura incontaminata del Continente Nero.
Completano il programma «Oblivion» di Astor Piazzolla, brano che il regista Marco Bellocchio utilizzò con l’«Ave Maria» (altra composizione del padre del «tango nuevo») per il film «Enrico IV», lavoro liberamente ispirato all’omonima tragedia di Luigi Pirandello, e la Danza slava n. 8 op. 46 «Furiant» di Antonin Dvorak.