Per la stagione «Startin’ Again», il 14 aprile al Teatro Forma la leggenda della chitarra «gipsy».Erede della tradizione manouche, il musicista olandese si esibirà in trio con Salvatore Russo e Camillo Pace
BARI – Nel baule di ogni famiglia di musicisti zingari non mancano mai i vecchi dischi di Django Reinhardt, l’indiscusso caposcuola del gipsy jazz. E ne avevano, nei loro cassoni, anche Mimer Rosenberg e Wasso Grunholz, padre e zio della leggenda vivente Stochelo Rosenberg, il cinquantaseienne chitarrista olandese di scena domenica 14 aprile (ore 20.45), al Teatro Forma di Bari, per la stagione «Startin’ Again» diretta da Pietro Laera per l’associazione Nel Gioco del Jazz presieduta da Donato Romito. Ritenuto tra i più lucidi epigoni di Reinhardt, l’uomo che per primo seppe fondere a Parigi, nella principale cassa di risonanza europea del jazz, la tradizione manouche con gli echi di swing provenienti dall’altra parte dell’Oceano, Stochelo Rosenberg suonerà con due grandi talenti del jazz pugliese, il chitarrista Salvatore Russo e il contrabbassista Camillo pace, entrambi musicisti con un’esperienza artistica internazionale nel panorama jazzistico.
Non c’è, però, alcuna operazione conservativa nel custodire un pensiero e uno stile musicale che da oltre ottant’anni sono in continua evoluzione, benché portati a nutrirsi di codici cristallizzati. Lo dimostrano la freschezza del suono e la verve inventiva del chitarrista olandese, ritenuto con Bireli Lagrene la punta di diamante del chitarrismo gipsy jazz e tra i principali propagatori dello stile manouche in larga parte d’Europa, con un’operazione divulgativa condotta in compagnia di altri grandi chitarristi nomadi, da Romane a Moreno, dal mitico Paul «Tchan Tchou» Vidal a Hono Winterstein. E il concerto in programma al Teatro Forma è un viaggio, dal passato al presente della musica di tradizione gitana, che Rosenberg affronta con la sua sei corde Selmer recante un numero di serie (il 504) immediatamente successivo alla chitarra di Reinhardt.
Il programma si articola a partire proprio dal rimaneggiamento di alcune delle più importanti composizioni di Reinhardt, con un’esecuzione di altissimo livello come solo Stochelo Rosenberg è capace di rendere sullo strumento di riferimento. Brani come «Django’s Tiger», «Nuages», «Les Yeux Noir», «Rose Room» e «Hungaria», giusto per citarne alcuni, sono caratterizzati da temi ed assoli funambolici sostenuti con una ritmica poderosa, capace di coinvolgere il pubblico sin dalle prime note.
Nel concerto vengono anche eseguite le due più importanti composizioni di Rosenberg, «For Sephora», brano che lo ha reso famoso nel mondo, e la più recente «Double Jeu», della quale sono disponibili anche due pregevolissime esecuzioni in rete, una suonata con il virtuoso di accordéon Richard Galliano, un’altra con Bireli Lagrene. Ma nel repertorio live di Stochelo Rosenberg non manca il richiamo alla tradizione europea con l’esposizione dei più importanti valzer manouche, da «Dolores» a «La Gitane», pezzi eseguiti all’unisono con il «fratello di palco» Salvatore Russo. Si tratta di brani che rappresentano un manifesto della cultura manouche, nella quale il richiamo al jazz è sempre presente. In scaletta sono previsti anche l’omaggio a Duke Ellington e Juan Tizol con «Caravan» e i rimaneggiamenti di «Wish» di Stevie Wonder e «Il padrino» di Nino Rota, colonna sonora dell’omonimo film di Francis Ford Coppola.
Info e prenotazioni 338.9031130 – 351.2101227 – nelgiocodeljazz@outlook.it. Prevendite online su Liveticket e vendita al botteghino del Teatro Forma a partire dalle ore 16 del giorno dell’evento