BARI – È stata presentata questa mattina nella sala giunta di Palazzo di Città l’installazione di arte “Al di là del limite”, esito del progetto creativo promosso dall’organizzazione di volontariato “Genitori Insieme”, composta da genitori di persone affette da disturbo dello spettro autistico e disabilità intellettive, in programma venerdì 26 maggio a partire dalle ore 17.00 nel cortile interno del Comune.
Il progetto, nato subito dopo il periodo di chiusura dovuta al Covid, si pone l’obiettivo di rispondere al bisogno di socializzazione di questi ragazzi, che sono stati perciò coinvolti, insieme ai genitori e agli operatori, in un percorso di valorizzazione dell’individualità di ciascuno e di miglioramento delle capacità di osservazione, manipolazione e coordinamento motorio, attraverso esercizi specifici, momenti di integrazione con la città con escursioni per i quartieri di Bari, e di espressione artistica.
L’installazione è stata ideata e curata da Liliana Carafa, Marina Cassandra, Daniela Ciriello e Piero Fabris, con il supporto di genitori e operatori nell’ambito del trattamento dello spettro autistico.
All’incontro con la stampa, accanto alla presidente di “Genitori Insieme” Felicia Ferrigni, ai componenti del direttivo e ai referenti del progetto, sono intervenuti il presidente della commissione comunale Culture – e componente della commissione Pari Opportunità – Giuseppe Cascella, la presidente e il vice presidente della commissione Silvia Russo Frattasi e Pino Monaco, e la consigliera incaricata dal sindaco per l’emergenza sanitaria Loredana Battista.
“Ringrazio Genitori insieme – ha detto Giuseppe Cascella – associazione che collabora con l’amministrazione ormai da anni, e che da anni si impegna quotidianamente per dare a questi ragazzi speciali una prospettiva di vita diversa. Il messaggio che Al di là del limite intende diffondere è la possibilità di trovare nell’arte la terapia migliore per consentire a queste persone un salto di qualità nella propria vita, perché l’espressione artistica, sia questa rappresentata da un quadro o un manufatto, coinvolge sia il lato fisico che l’aspetto psicologico di ciascuno, e proprio questo è l’obiettivo: esaltare quello che questi ragazzi possono dare, piuttosto che quello che manca. Bari, tra l’altro, è una città che ha sempre cercato di elevare il livello di benessere dei cittadini. L’anno scorso abbiamo partecipato al meeting della rete Città Sane OMS con un progetto che coinvolgeva anche le scuole e i centri sociali, cosa che ci ha permesso di vincere il Premio della Salute”.
“Oramai l’autismo rappresenta un problema sociale – ha sottolineato Felicia Ferrigni – il che significa che è la società che deve essere abituata ad accogliere queste persone, e non solo le famiglie, che sopportano un peso e una responsabilità enormi, e che trovano difficoltà, da sole, a far fronte alle situazioni. La nostra filosofia è quella di sostenere un cambiamento culturale nell’approccio ai ragazzi, a partire dalle scuole, e fare in modo che le istituzioni si prendano in carico seriamente le singole esigenze e situazioni”.
“Questo progetto culturale – ha spiegato Silvia Russo Frattasi – nasce con un obiettivo preciso: dare ai ragazzi, e ai loro coraggiosi genitori, uno stimolo per superare gli ostacoli burocratici che si pongono loro davanti, e scoprire nelle arti manuali una diversa espressività per questi giovani”.
“Per una persona che, come me, è inserita da anni nel volontariato, l’installazione rappresenta un’occasione di conoscere altre realtà – ha detto Loredana Battista – e l’amministrazione ritiene sia fondamentale mettere in campo ogni azione possibile per sensibilizzazione la popolazione verso ogni aspetto sanitario, dalla raccolta di sangue allo spettro autistico, non dimenticando il sostegno alle famiglie”.
Piero Fabris infine ha sottolineato l’ambito prettamente culturale del progetto, adatto per “accumulare esperienze di inclusione reale. Un progetto che ha visto i ragazzi lavorare insieme, creare insieme, sorridere insieme, mentre i genitori si scambiavano esperienze. In altre parole, questi artisti si stavano trasformando non certo in un peso per la collettività, ma in una risorsa straordinaria”.