Bari

Bari, presentato il 6° Congresso Mondiale contro la pena di morte

Presenti l’assessora Romano ed il consigliere del sindaco Morgese

BARI – E’ stato presentato oggi a Palazzo di Città, alla presenza dell’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano e del consigliere del sindaco per il supporto alla promozione delle relazioni internazionali ed europee Giuseppe Morgese, il VI Congresso Mondiale Contro la Pena di Morte, evento promosso dall’associazione “Ensemble contre la peine de mort”, in collaborazione con la “World Coalition Against the Death Penalty” (di cui fanno parte 138 organizzazioni tra cui le italiane Nessuno tocchi Caino e la Comunità di Sant’Egidio), sponsorizzato dai Ministeri degli Affari Esteri di Norvegia, Francia e Australia e cofinanziato da quelli di Italia, Spagna, Lussemburgo e Principato di Monaco, nonché dall’Organizzazione Internazionale della Francofonia. i lavori partiranno a Oslo, in Norvegia, il 21 giugno prossimo.

Alla presentazione hanno partecipato il presidente nazionale dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) Michele Vaira e il coordinatore del VI Congresso e membro del Consiglio direttivo dell’organizzazione “Nessuno tocchi Caino” Antonio Stango.

Il Congresso, che vedrà la partecipazione di circa 1.500 persone provenienti da oltre ottanta Paesi, si propone non solo di abolire la pena di morte nei Paesi che attualmente la prevedono e la praticano (a tal fine coinvolgendo anche la società civile) ma anche di trasformare i Paesi abolizionisti di fatto in abolizionisti di diritto.

L’amministrazione aderisce con grande convinzione alle finalità del congresso – ha spiegato l’assessora Romano – perché riteniamo che sia importante per tutti gli enti locali dare un messaggio forte e chiaro circa il valore del rispetto della persona. Qualsiasi essere umano può commettere crimini, anche i più efferati, però deve essere punito secondo la legge penale. Questa convinzione ci spinge a chiedere con forza l’inviolabilità dell’essere umano in tutte le nazioni, e considerarla come diritto fondamentale dell’individuo. Partecipando alla Coalizione mondiale contro la Pena di morte insieme a sindaci di grandi città italiane, l’amministrazione compie una scelta politica decisa, in pratica ‘mette la faccia’ su una questione essenziale per la dignità dell’individuo”.

Il nodo cruciale del quale si discuterà a Oslo – ha affermato il consigliere Morgese – è non solo la formazione di nazioni abolizioniste di diritto oltre che di fatto, ma soprattutto assicurare la trasformazione dei sistemi penali nazionali introducendo in questi ultimi le norme che escludano a priori l’istituto giuridico della pena di morte”.

L’Associazione Giovani Avvocati – ha spiegato Vaira – lotta per la tutela dei diritti dell’uomo sin dalla sua costituzione, avvenuta circa 50 anni fa. Fortunatamente, nel nostro ordinamento giuridico la pena di morte non è contemplata, però riteniamo che, se i Paesi più democratici non fanno sentire la propria voce, sarà davvero difficile per le nazioni meno evolute creare una nuova cultura della vita umana, attraverso magari una presa di posizione dell’opinione pubblica che eviti queste barbarie. Per parte nostra, ci siamo prefissi l’obbligo di tutelare la vita umana non solo nelle aule di tribunale, ma di spingerci oltre, compiendo un’operazione culturale partendo per esempio dall’educazione nelle scuole, spiegando ai più giovani i valori in difesa dei quali i nostri avi hanno sacrificato la vita. In tal senso, la considerazione da fare è che nel nostro Paese, culla del diritto, è giunto il momento di ripensare il senso dell’esecuzione penale, e interpretarla non solo nell’aspetto sanzionatorio, ma anche nella funzione rieducativa del condannato”.

Siamo di fronte ad una campagna planetaria – ha dichiarato Antonio Stango – contro la pena di morte e in favore dei diritti dell’individuo. All’Italia va riconosciuto un ruolo di primo piano in questa rivoluzione culturale, che parte da lontano grazie agli scritti di Cesare Beccaria e del Codice Zanardelli e che arriva fino al 2007 con il primo voto positivo, all’assemblea generale dell’ONU, di una risoluzione in favore della moratoria sulla pena di morte: fu un grandissimo segnale politico, che convinse alcuni Paesi retenzionisti a rivedere i propri codici penali in senso positivo. Allo stato attuale, aumentano sempre di più gli Stati che al loro interno vedono crescere associazioni di avvocati specializzati nella difesa di soggetti condannati alla pena capitale. In Italia sono Venezia, Reggio Emilia, Matera, e a breve Torino, le città che hanno già aderito alla Coalizione, attendiamo l’adesione formale di Bari“.

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