Alla Vallisa “L’incoronazione di Poppea” di Monteverdi nell’allestimento di TeatrOpera con 14 cantanti under 32
BARI – È stato presentato questa mattina, nella sala giunta di Palazzo di Città, il progetto di alta formazione “Baroque Opera Studio”, che vede coinvolti quattordici cantanti under 32 in un workshop di prassi esecutiva e realizzazione scenica che si concluderà con un’originale rappresentazione de “L’incoronazione di Poppea” di Claudio Monteverdi.
L’opera, scritta da Claudio Monteverdi oltre quattro secoli fa, viene allestita a Bari, in occasione del 450° anniversario della nascita del compositore, in una nuova produzione tra innovazione e tradizione, all’interno di Baroque Opera Studio, iniziativa musicale di alta formazione internazionale che vede per la prima volta insieme la regista Maria Grazia Pani e la Cappella Musicale Santa Teresa dei Maschi, il progetto musicale dell’associazione Florilegium Vocis diretto da Sabino Manzo specializzato nell’esecuzione di musica antica.
L’obiettivo della prima edizione di Baroque Opera Studio è investire, con delle borse di studio, sulla formazione di giovani cantanti lirici under 32 provenienti da Spagna, Germania, Croazia, Corea del Sud, Colombia e Italia e arricchire la produzione culturale della regione.
Il progetto, un laboratorio teatrale e musicale della durata di venti giorni, in corso sino al 23 novembre grazie ad una collaborazione con l’associazione Vallisa, è finalizzato alla messa in scena di tre recite in costume, con abiti realizzati da Angela Gassi, in programma a Santa Teresa dei Maschi il 24 e il 25 novembre (ore 20) e il 26 novembre (ore 18.30) con l’Orchestra Barocca Santa Teresa dei Maschi diretta da Sabino Manzo.
“Ringrazio l’associazione Florilegium vocis – ha dichiarato l’assessore alle Culture Silvio Maselli – per questa nuova iniziativa, l’ennesima, che testimonia il valore di un percorso infaticabile di ricerca, di studio e di coinvolgimento.
Siamo abituati a pensare che esistano solo le istituzioni culturali stabili mentre la nostra città, in effetti, è animata e attraversata da decine di protagonisti che rappresentano per noi amministratori degli alleati naturali nella composizione delle politiche culturali cittadine e che sono a loro volta delle istituzioni, nel senso della capacità che esprimono di avere un rapporto con i cittadini e di essere parte di un contesto più ampio, per il quale producono stabilità: stabilità culturale, stabilità della proposta, stabilità del dialogo con la comunità di riferimento.
È in questa direzione che va il lavoro del maestro Sabino Manzo, che con i suoi collaboratori è impegnato da tempo a recuperare musiche e compositori che altrimenti non troverebbero adeguata visibilità”.
“Sono grato all’assessore Maselli – ha sottolineato Sabino Manzo , direttore della Cappella Musica Santa Teresa dei Maschi – per averci voluto ospitare in questo spazio istituzionale, forse per la prima volta nella nostra storia. Il percorso in vista della messa in scena dell’Incoronazione di Poppea, cominciato già da una settimana, ha visto la partecipazione di moltissimi giovani cantanti provenienti da tutto il mondo. Con nostra grande sorpresa questa iniziativa, che era nata per sollecitare iniziative culturali, corsuali e musicali del territorio, è andata ben oltre le nostre aspettative, con talenti in arrivo dalla Germania, dalla Spagna, dalla Corea. Una circostanza che ci ha stimolato a credere ulteriormente in questo format, che non ha pretese dal punto di vista produttivo ma intende lavorare sull’idea del laboratorio, dello studio ‘insieme’, in linea con il progetto della cappella Santa Teresa dei Maschi. La nostra intenzione non è quella di fare concorrenza a nessuno, men che meno alle istituzioni riconosciute, ma di studiare e lavorare su un repertorio che poco si studia e poco si frequenta in questa terra. L’Incoronazione di Poppea ci impegna, attraverso lo studio e l’apporto di questi ragazzi, a continuare ad approfondire pagine incredibili della storia della musica italiana, che è e resta un patrimonio popolare inestimabile della cultura italiana”.
“Siamo alla prima edizione del Baroque Opera Studio: è la prima volta che a Bari si tiene un’opera studio dedicata al barocco e credo che questo sia qualcosa di molto importante per la nostra città – ha commentato Maria Grazia Pani , regista e soprano artefice del format drammaturgico TeatrOpera -. Desidero ringraziare tutti i ragazzi che hanno voluto partecipare al progetto, perché lavorare con loro dà sempre una freschezza, un’energia e una carica di passione in più. Quello dell’opera studio è un format che porto avanti da molti anni, che nasce dalla necessità di portare l’opera lirica ad un pubblico che generalmente non ci si avvicinerebbe facilmente. Non è un’operazione per melomani, ma per tutti, perché c’è un lavoro di riscrittura drammaturgica in cui, basandomi sempre su fonti storiche, ho estrapolato un personaggio, quello di Ottone, che in questa produzione diventa un attore e interagisce con tutti gli altri personaggi secondo una trama parallela che si interseca con quella originaria dell’Incoronazione di Poppea. Quella di Monteverdi è un’opera a tutti gli effetti moderna che, sebbene sia stata scritta nel 1642, affronta contenuti di grande attualità: in primo luogo il potere, la corsa sfrenata al potere, l’ambizione, il voler raggiungere il proprio obiettivo a tutti i costi, anche macchiandosi di omicidi e femminicidi. Nell’Incoronazione di Poppea troviamo la prima aria femminista della storia dell’opera: “Disprezzata regina”, un’accusa fortissima contro gli uomini che esprime la grande modernità di Monteverdi e del suo librettista Busenello. Il lavoro che stiamo facendo è incentrato soprattutto sull’attorialità. In scena non ci saranno scenografie, ma lo spazio vuoto, per citare Peter Brook. Quello che conta sono le azioni che i personaggi compiono, il lavoro sull’espressione, sul gesto, sul movimento e sulla psicologia dei personaggi. Quello che volgiamo offrire agli spettatori sono la nuda verità del dramma e la bellissima musica di Monteverdi”.
Il capolavoro di Monteverdi, in questo nuovo allestimento, si richiama ai principi di TeatrOpera, un format elaborato da Maria Grazia Pani nel 2001 che risponde alla necessità di aprire l’Opera verso nuove possibilità di fruizione e risemantizzare i luoghi delle città, al fine di ottenere una rappresentazione teatrale in spazi che non sono teatro, come, per l’appunto, la chiesa di Santa Teresa dei Maschi.
La riscrittura drammaturgica di Maria Grazia Pani, partita dalle fonti di Tacito e altri documenti storici, prevede la figura di un attore – il pugliese Ivan Dell’Edera – nel ruolo di Ottone, che diventa pertanto il protagonista e, in un certo senso, il motore stesso dell’azione, oltre che narratore delle vicende da lui vissute e subite alla corte di Nerone. Intorno a Dell’Edera, un cast internazionale composto da Rosa Garzia Domiguez, Carlos Arturo Gomez Palacio, Nina Cuk, Claudia Conti, Alberto Comes, Ilenia Lucci, Luise Merleski, Melissa Wedekind, Paola Leoci, Nicolò Marzocca, Francesca Lanzolla, Cinzia Dimatteo, Vito Gattullo e Hyunmo Cho, molti dei quali con carriere già avviate e partecipazioni in Puglia al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca e per la Stagione d’opera del Petruzzelli.
Tra l’altro, la complessità di un’opera come “L’incoronazione di Poppea”, contenente la prima aria “femminista” della storia (Disprezzata regina), cantata all’imperatrice ripudiata Ottavia, offre il pretesto per una rilettura in chiave moderna di temi come quello del femminicidio e del narcisismo come passione smodata di sé, che si trasfigura nell’uso e nell’abuso del potere.
Con il progetto, del quale verrà realizzato un cortometraggio dal giovane regista barese Enrico Acciani, per due volte in concorso al Festival del Cinema di Cannes nella sezione corti, Santa Teresa dei Maschi chiude le celebrazioni monteverdiane iniziate nel settembre 2016 con la rappresentazione itinerante del “Vespro della Beata Vergine” e conclude la programmazione operistica della Stagione 2017 avviata con l’operina “L’impresario in angustie” e proseguita con “La serva padrona” e gli intermezzi buffi “Morano e Rosicca”.
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