BARI – Questa mattina il sindaco Antonio Decaro, il vicesindaco e assessore al Lavoro Eugenio Di Sciascio e il responsabile della misura Franco Lacarra hanno presentato l’avviso per la presentazione di manifestazione di interesse alla realizzazione di progetti utili alla collettività (PUC), finalizzato alla candidatura di proposte progettuali dirette ad ospitare i beneficiari del reddito di cittadinanza residenti a Bari.
Come noto infatti il Comune di Bari, già qualche settimana fa, aveva approvato la delibera di giunta che individua gli ambiti di svolgimento dei PUC – culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni – con l’obiettivo di innescare processi di attivazione dei soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza e, al tempo stesso, di creare occasioni di crescita delle comunità attraverso l’empowerment delle persone coinvolte.
All’avviso, disponibile sul sito istituzionale, a questo link, potranno presentare proposte progettuali dirette ad ospitare i beneficiari del reddito di cittadinanza (purché residenti nel Comune di Bari): enti pubblici con sede operativa nel territorio comunale, uffici territoriali dello Stato, agenzie ed enti di emanazione pubblica, aziende regionali e comunali, Città metropolitana (per gli uffici e le attività insistenti nel territorio cittadino), enti e/o fondazioni partecipati del Comune di Bari, anche non aventi sede operativa nello stesso, a condizione che l’attività del PUC venga effettuata sul territorio cittadino, enti del Terzo settore indicati all’art. 4, comma 1 del D.Lgs 117/2017.
“Già quando nel 2014 abbiamo avviato il progetto dei Cantieri di cittadinanza – ha esordito Antonio Decaro – eravamo convinti che l’obiettivo principale da perseguire attraverso politiche di sostegno al reddito per un’amministrazione pubblica, nei limiti delle sue competenze, dovesse essere l’inclusione sociale e lavorativa dei beneficiari. Una convinzione confermata dal dato che oggi vede il 20% dei partecipanti a quel progetto, coinvolti in tirocini formativi retribuiti presso aziende private, assunti da quelle stesse aziende. Per questo siamo contenti che anche la misura nazionale del Reddito di cittadinanza abbia in qualche modo recepito e riproposto questa formula, perché attraverso questi progetti di pubblica utilità i cittadini possono inserirsi in un circuito sociale e lavorativo in grado di offrire loro nuove conoscenze e nuove possibilità. Ad oggi a Bari sono circa 15.000 i nuclei familiari che percepiscono il Reddito di cittadinanza, contesti che, accanto a un sostegno economico, vengono costantemente monitorati dai servizi sociali e da tutte le strutture comunali dedicate.
Con la pubblicazione di questo bando contiamo di avviare i primi percorsi “lavorativi” entro la fine dell’anno e offrire a queste persone la possibilità di essere e sentirsi parte attiva della nostra comunità“.
“L’avviso è aperto a enti pubblici, enti e associazioni del terzo settore e alle stesse aziende partecipate del Comune – ha sottolineato Eugenio Di Sciascio –. Per questo stiamo procedendo all’acquisizione di progetti da parte delle diverse ripartizioni comunali, con la prospettiva di realizzare attività progettuali gestite direttamente dall’amministrazione comunale.
L’avviso emanato in data odierna attiene invece alla possibilità di presentare progettualità da parte di realtà esterne al Comune.
Ci auguriamo, ovviamente, che questa procedura non sia solo la risposta a un obbligo di legge ma che risponda anche alla volontà di rafforzare l’intera comunità cittadina, la collettività, come nella volontà del legislatore, senza trascurare la possibilità che alcuni dei PUC possano offrire occasioni di empowerment e di attivazione sociale. A tal proposito è importante sottolineare che, ad esito del bando, è prevista un’attività di matching a cura del personale di Porta Futuro per trovare l’abbinamento migliore tra attività progettuali e persone chiamate a svolgerle in base alle proprie attitudini e competenze.
Per quanto riguarda le assicurazioni, sarà l’Inail a coprirle, mentre il Comune si occuperà del rimborso dei costi vivi sostenuti dai soggetti proponenti per l’impiego dei percettori di reddito di cittadinanza in quei servizi di utilità sociale, che crediamo potranno migliorare effettivamente la qualità dell’ambiente urbano e della vita dei cittadini in generale.
Vorrei sottolineare, infine, che oggi avviamo un percorso già pronto qualche mese fa e poi interrotto dal lockdown: per presentare proposte c’è tempo fino al 31 dicembre, mentre dal 2021 saranno in vigore due finestre temporali che permetteranno tanto al Comune quanto alle realtà interessate di gestire al meglio questa opportunità“.
Le proposte progettuali potranno essere presentate durante periodi di tempo determinati (finestre temporali) così programmati:
· anno 2020: dalla data di pubblicazione dell’avviso fino al 31.12.2020;
· anni 2021-2022-2023: dal 2 gennaio al 28 febbraio e dal 1 luglio al 31 luglio di ciascun anno.
In questo modo l’amministrazione comunale intende procedere ad un più ampio coinvolgimento della società civile e della comunità locale per individuare soggetti partner per la realizzazione di progetti di utilità collettiva (PUC) diretti ad ospitare i beneficiari del reddito di cittadinanza (ai sensi del Decreto Legge n° 4/2019 e s.m.i.) sottoscrittori del Patto per l’inclusione sociale o del Patto per il lavoro e residenti nel Comune di Bari.
Ad esito positivo delle verifiche circa l’ammissibilità della manifestazione di interesse sarà predisposto il Catalogo dei PUC del Comune di Bari che sarà poi approvato con determinazione dirigenziale, pubblicato sul sito istituzionale del Comune e aggiornato periodicamente.
Prima di avviare i PUC, i soggetti attuatori sono tenuti a formalizzare i rapporti con il Comune di Bari tramite la sottoscrizione di una convenzione che disciplinerà i rapporti tra le parti.
Il Comune di Bari rimborserà agli enti attuatori gli oneri relativi a spese per il trasporto su mezzo pubblico, dotazioni anti-infortunistiche e presidi – assegnati in base alla normativa sulla sicurezza -, visite mediche ai fini della sicurezza sui luoghi di lavoro (ex D. Lgs. 81/2008), materiale e strumenti necessari e utili per l’attuazione dei progetti, dispositivi per la gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19 e dispositivo (es. tesserino) per identificazione del beneficiario.
Tali oneri saranno comunque rimborsabili per un importo complessivo massimo di € 10.000 (IVA inclusa) per ciascun progetto PUC, a fronte della trasmissione della documentazione giustificativa delle spese realmente sostenute.
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