Domani a Portineria 21, insieme all’autrice, interverranno Francesca Palumbo e Antonella Paparella
BARI – “Dar fuoco all’acqua”, romanzo d’esordio di Marida Piepoli, pubblicato dalla pugliese Les Flâneurs Edizioni, sarà presentato giovedì 26 maggio alle ore 18 a Portineria 21, in via Cairoli 137/A, assieme all’autrice intervengono la giornalista Antonella Paparella e la scrittrice Francesca Palumbo.
Un incontro da non perdere per esplorare una storia d’amore e di rinascita, l’incontro di due anime apparentemente agli antipodi e una donna che scopre il valore della libertà. Un confronto sull’amore e la libertà, dunque, attraverso il punto di vista di tre donne.
Il romanzo è ambientato tra la Puglia (Bari), la Calabria (Papasidero) e l’Isola d’Elba, la protagonista è Claudia, una donna di quarant’anni che si ritrova a mettere in discussione tutta una serie di pregiudizi e convinzioni con cui è cresciuta, a guardare per la prima volta in faccia i suoi reali bisogni. Per un errore burocratico – Claudia è un insegnante – si trasferisce per un anno scolastico dall’amata Bari a Papasidero, un paesino calabro di seicento anime, dove sembra esserci ciò di cui ha bisogno: il contatto con la natura, la semplicità delle piccole cose e nessuno che la conosca. Lì incontra Libero, trent’anni, divenuto uomo precocemente a causa dell’improvvisa scomparsa del padre, che si innamora di quella bionda così delicata e decide di volerla nella sua vita a tutti i costi.
Claudia è un personaggio che evoca le eroine letterarie: donne audaci, di epoche diverse, tutte capaci di un certo discernimento che le conduce alla libertà. Una delle principali caratteristiche di queste donne è il coraggio: nel ritornare sui propri passi e vivere il grande amore come succede a Jane Eyre; nel lasciare il proprio marito per abbandonarsi alle braccia di un altro uomo come fa Anna Karenina; nelle passioni di tutti i giorni come per Elizabeth Bennett o, infine, nel ricominciare a discapito di tutto come Rossella O’Hara. Il personaggio di Claudia potrebbe, senza rischio di audacia, incarnare un’icona della letteratura degli anni duemila. Ci fa riflettere su quanto a volte siamo noi stessi a porci dei limiti inesistenti, castrandoci nella libertà di scelta e nel raggiungimento di quello di cui abbiamo veramente bisogno, bloccati in certi schemi sociali e mentali. Claudia ci rivela il segreto della libertà. Che è bella a parole, ma realizzarla sino in fondo, a molti fa paura.
Marida Piepoli è laureata in Lettere moderne, vive e lavora a Bari, dove insegna come professoressa di Lettere e sostegno psicopedagogico nella scuola media. È una lettrice compulsiva, adora i thriller psicologici e i romanzi noir. Questo è il suo libro d’esordio, ma è già al lavoro per la prossima pubblicazione. “Il coraggio di affrontare questa nuova io l’ho trovato nella forza di mio figlio, a cui è dedicato il romanzo”, racconta.
SINOSSI
Claudia, quarant’anni, un lavoro da insegnante e una vita in sospeso. Per un errore burocratico – o per volere del destino? – si trasferisce per un anno scolastico dall’amata Bari a Papasidero, un paesino calabro di seicento anime, dove sembra esserci ciò di cui ha bisogno: il contatto con la natura, la semplicità delle piccole cose e nessuno che la conosca. Lì incontra Libero, trent’anni, divenuto uomo precocemente a causa dell’improvvisa scomparsa del padre, che si innamora di quella bionda così delicata e decide di volerla nella sua vita a tutti i costi. In un valzer continuo di avvicinamenti e allontanamenti tra i due dovuti alla differenza d’età, con la calorosa accoglienza della coppia di gestori del B&B dove soggiorna al suo arrivo e i fatti di un paese intero a far da cornice alla vicenda, Claudia ritrova se stessa e la forza di affrontare ciò da cui è scappata: un matrimonio perfettamente fallito e un errore fatale che il suo serpente tatuato le ricorda di continuo. Ma un anno passa in fretta e lei, seguendo il proprio istinto, prenderà una decisione in una escalation di eventi che la renderanno finalmente artefice del proprio destino.