Città italiane ed europee a confronto. Sindaci, tecnici e cittadini riflettono sulle sfide dell’agenda urbana
BARI – Si terrà a Bari, dal 21 al 23 settembre, il primo Festival nazionale delle Buone pratiche urbane, promosso dall’Anci in collaborazione con il Segretariato europeo del Programma URBACT ed Europe Direct Puglia.
Lo scambio di esperienze tra città rappresenta un elemento fondamentale per migliorare le politiche e individuare soluzioni condivise per affrontare i grandi temi dell’agenda urbana: il cambiamento climatico, le trasformazioni demografiche, i mutamenti economici e sociali, i nuovi assetti urbanistici, costringono gli amministratori e gli attori territoriali a interrogarsi su nuove forme di approccio al governo delle città, definendo strategie di medio e lungo periodo che sappiano fornire risposte efficaci.
Il Programma della Commissione Europea URBACT, fin dalla sua fondazione nel 2003, promuove a scala europea questo tipo di confronto, attribuendo un forte protagonismo alle città, intese come luoghi di innovazione e di sperimentazione di pratiche di cambiamento collettivo che spesso anticipano le grandi programmazioni.
In questo scenario di vivacità, partecipazione e creatività urbana, il Programma URBACT ha recentemente selezionato le migliori 97 buone pratiche realizzate da città di tutta Europa, rese disponibili in un database pubblico ( http://urbact.eu/good-practices/home ) e tra cui figura la città di Bari.
Spazio Murat, Palazzo delle Poste, i Caffè di Barivecchia e ancora Spazio13, Torre Quetta, la Città Metropolitana di Bari e il quartiere Libertà sono alcuni dei luoghi che ospiteranno talk, relazioni, dibattiti, momenti di approfondimento e study visit in programma nel corso del Festival, cui parteciperanno, tra gli altri, i sindaci di Napoli, Milano, Genova e Reggio Calabria nonché i primi cittadini di Tirana, Murcia e rappresentati delle amministrazioni di Amburgo, Barcellona e Riga.
“Il festival rappresenta una straordinaria occasione di confronto sulle migliori pratiche urbane per i sindaci – spiega il sindaco e presidente ANCI, Antonio Decaro – troppo spesso impegnati a fronteggiare le emergenze delle proprie città e che, invece, dovrebbero abituarsi a una maggiore collaborazione e scambio di idee. Ma anche una bellissima opportunità offerta a cittadini, associazioni e operatori per conoscere cosa succede in altri contesti urbani e trarne ispirazione. Le città, da sole, non riusciranno mai ad affrontare i grandi temi del futuro come le migrazioni, le povertà, le riconversioni industriali senza tessere alleanze orizzontali e praticare un confronto costante sulle soluzioni. Oggi gli amministratori sono chiamati ad esercitare una maggiore creatività nel proprio impegno, puntando sul protagonismo civile e sull’innovazione sociale”.
Il festival avrà inizio il 21 settembre con una sessione inaugurale presso lo Spazio Murat, uno dei simboli dell’azione di rigenerazione creativa del centro storico di Bari, cui seguirà una serie di presentazioni di buone pratiche urbane italiane ed europee che avranno luogo in parallelo nei caffè storici di Bari Vecchia. L’esperienza di Spazio 13, selezionata dal programma Urbact tra le 97 buone pratiche europee, sarà invece al centro dell’evento serale che vedrà alternarsi performance musicali e teatrali nel cortile dell’ex scuola Melo trasformata in hub di innovazione e sviluppo partecipato nel cuore del quartiere di Libertà.
La mattinata del 22 settembre sarà invece completamente dedicata all’Infoday sul nuovo bando Urbact di prossima uscita, finalizzato alla creazione di reti per il trasferimento di buone pratiche italiane ed europee tra città di ogni dimensione: un’occasione di networking a cui prenderà parte anche il Segretariato europeo URBACT. Nel corso del pomeriggio proseguiranno nei caffè le presentazioni delle buone pratiche mentre il confronto tra sindaci delle città italiane ed europee si sposterà nel colonnato del palazzo della Città Metropolitana con il Mayors talk: un dialogo fra sindaci e amministratori protagonisti delle principali esperienze di innovazione in Italia e in Europa. Aperto alla cittadinanza anche l’evento che seguirà il Talk, un aperitivo urbano sulla spiaggia di Torre Quetta, spazio pubblico restituito di recente ai baresi e simbolo dell’azione di rilancio di un intero pezzo di città.
La mattinata di sabato 23 settembre sarà infine dedicata alla visita studio presso l’ex Manifattura Tabacchi, il complesso di archeologia industriale in via di riqualificazione nel quartiere Libertà, con la partecipazione di assessori e tecnici coinvolti nell’azione di recupero. La visita sarà preceduta da una breve sessione di speed networking tra i rappresentanti delle città italiane ed europee, che coinvolgerà esperti, stakeholder e rappresentanti di reti nazionali attive sui temi dell’innovazione urbana.
ALCUNI ESEMPI DI BUONE PRATICHE IN ITALIA E IN EUROPA
Aarhus (Danimarca) – Long term unemployed take the lead
La città danese ha lasciato scegliere ai disoccupati di lunga data le modalità con cui spendere i soldi destinati ogni anno al loro inserimento lavorativo, affidando al gruppo di disoccupati coinvolti in questo schema sperimentale una somma di circa 6000 euro all’anno per la loro messa in autonomia. Attraverso un’azione di orientamento alla spesa di tali risorse, i disoccupati sono stati maggiormente responsabilizzati e oltre la metà delle persone coinvolte è riuscita a mettersi in proprio. L’esperienza della città danese rafforza quel modello di coinvolgimento attivo degli utenti nella definizione dei servizi sociali, promuovendo nuove modalità di relazione tra cittadini e amministrazione comunale.
http://urbact.eu/long-term-unemployed-take-lead
Amburgo (Germania) – Finding Place
Il Comune ha coinvolto i cittadini in una serie di workshop per identificare una serie di immobili in disuso da poter essere utilizzati per l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo. Questo percorso di partecipazione civica, supportato dall’Università, che ha messo a disposizione uno strumento tecnologico per la mappatura del territorio, ha condotto all’individuazione condivisa di 160 strutture, di cui 44 sono state validate dal Comune e trasformate in alloggi per rifugiati e richiedenti asilo. Il coinvolgimento di gruppi di cittadini informati nella scelta dei luoghi da adibire a centri di prima e seconda accoglienza ha favorito una maggiore condivisione dello sforzo di inclusione con il territorio, con benefici importanti sulla coesione sociale del contesto urbano
http://urbact.eu/finding-places
Anversa (Belgio) – Pop Up to Date
La seconda città belga ha avviato uno schema innovativo di riuso temporaneo dei negozi dismessi nel quartiere di Oud Bechem, favorendo l’incontro tra domanda e offerta di spazi e promuovendo l’afflusso di giovani creativi e imprenditori che hanno potuto sperimentare nuove forme di imprenditorialità in un quartiere in crisi. L’apertura di negozi temporanei (pop up shop) si è trasformata poi nel 70% dei casi in creazione di vere e proprio nuove piccole imprese che hanno preso stabilmente posto nel quartiere, con effetti benefici sull’intera economia del quartiere e su diverse fasce di popolazione.
http://urbact.eu/pop-date
Kazinbarcica (Ungheria) – Collaborazione tra generazioni
In questa città ungherese di 30mila abitanti il Comune ha promosso la realizzazione in pianta stabile di una serie di attività ricreative e di formazione svolte dalla locale associazione di pensionati in favore dei giovani dei quartieri a rischio di esclusione sociale, provenienti soprattutto da famiglie di etnia rom. Il coordinamento delle attività, svolto dai servizi sociali, ha favorito la realizzazione di interventi capaci di soddisfare i bisogni di socialità e integrazione di fasce deboli del contesto urbano, promuovendo la coesione intergenerazionale attraverso una serie di attività come corsi di doposcuola o avviamento professionale o l’organizzazione di eventi culturali
http://urbact.eu/cooperation-between-generations-urban-social-renewal
Lisbona (Portogallo) – Bip/Zip
La capitale portoghese ha lanciato negli ultimi anni uno schema di successo per favorire il rilancio di quartieri difficili del centro città, come ad esempio la Mouraria, attraverso l’erogazione di microfinanziamenti di massimo 50mila euro per ciascun progetto, da realizzare necessariamente in collaborazione tra diverse associazioni e gruppi di cittadini operanti sul territorio. Orti urbani, una mensa popolare e un ristorante gestito da rifugiati, un ostello solidale sono alcuni dei progetti che hanno favorito il rilancio dell’economia nei quartieri prioritari di intervento individuati dal programma e favorito l’inclusione sociale di centinaia di persone coinvolte nella realizzazione dei progetti
http://urbact.eu/integrated-toolbox-deprived-neighbourhoods
Mouans-Sartoux (Francia) – Cibo a chilometro zero per tutti
Il comune provenzale di 10mila abitanti ha scelto di rifornire le mense scolastiche interamente di frutta e verdura a chilometro zero, coltivate nelle aziende agricole aperte dal Comune e gestite da due agricoltori assunti specificatamente per lo scopo. In questo modo la cittadina francese riesce ad assicurare l’85% del fabbisogno di alimenti freschi per preparare i 1000 pasti al giorno delle sue mense scolastiche e a promuovere uno stile di vita più sano tra ragazzi e famiglie del territorio.
http://urbact.eu/collective-school-catering
Torino (Italia) – InnovaTO
Una competizione tra dipendenti comunali per far emergere idee innovative per la gestione di determinati servizi e attività del Comune. I vincitori della competizione, ideata da due dipendenti del Comune, hanno ricevuto una serie di premi come smartphone o abbonamenti per il bike sharing ma soprattutto sono stati chiamati a mettere in pratica l’innovazione di processo proposta. Dalla possibilità di risparmiare 160mila bicchierini l’anno erogati in automatico dalle macchinette per le bevande alla possibilità di regolare l’illuminazione degli edifici comunali con un sistema di sensori fino al miglioramento del sistema di appalti in materia di innovazione: i cambiamenti proposti dai dipendenti comunali stanno gradualmente diventando realtà e migliorando il modo in cui funziona il Comune.
http://urbact.eu/everyones-innovator
http://citiscope.org/story/2016/why-turin-asks-city-workers-ideas-make-government-more-efficient
Vaslui (Romania) – Empty spaces for social inclusion
La città rumena di 55mila abitanti ha scelto di affrontare la mancanza di spazi adeguati per attività in favore delle fasce più deboli di residenti (anziani, disabili, bambini con genitori che lavorano all’estero) promuovendo il riutilizzo di una serie di impianti energetici dismessi presenti sul suo territorio. Tali strutture sono state trasformate in sei centri diurni nel quartiere più popoloso della città e uno di questi ospita anche un auditorium utilizzato da associazioni e gruppi di ragazzi del territorio per attività artistiche.
http://urbact.eu/when-unused-and-empty-spaces-become-centres-social-inclusion