Il sindaco scrive al Ministro Galletti per una proposta di modifica della norma
BARI – Questa mattina il sindaco Antonio Decaro ha scritto al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti proponendo al Governo la modifica dell’art. 30 della legge 23 dicembre 2015 n. 221(il collegato ambientale alla legge di stabilità) che obbliga i “raccoglitori” ambulanti di materiale ferroso di risulta a dotarsi di un formulario e di partita Iva per poter continuare a svolgere questo tipo di attività.
Il sindaco di Bari nei giorni scorsi aveva infatti ascoltato le istanze dei lavoratori in protesta che lamentano un aumento dei costi insostenibile rispetto al guadagno giornaliero, cosa che, per gran parte di essi, significherebbe la chiusura dell’attività.
“Tali ‘raccoglitori’ – scrive il sindaco – sono privi di qualsiasi sostegno reddituale e provvedono con la loro attività a percepire il minimo indispensabile per la propria sopravvivenza e quella dei loro familiari. Gli stessi, non avendo titoli di studio o disponibilità economiche per ottenere l’autorizzazione prevista per il formulario necessario al trasporto rifiuti, sono costretti a vivere di espedienti”.
“Non va sottovalutata – continua – l’utilità del servizio sociale che i ‘raccoglitori’ svolgono, ripulendo il suolo cittadino e le campagne da rottami che, altrimenti, resterebbero abbandonati e che, invece, grazie alla loro raccolta, entrano nella filiera del recupero con importanti ricadute anche a favore dell’economia nazionale. Sul tema ho sentito anche altri miei colleghi sindaci che hanno condiviso l’esigenza di un intervento normativo finalizzato alla modifica del collegato ambientale”.
Il sindaco Decaro ha sottoposto alla valutazione del ministro “la proposta di eliminare dall’art.30 della suddetta legge il riferimento ai rottami ferrosi e non ferrosi, lasciando fermo il riferimento al rame, al fine di punire chi commette reati come il furto dei cavi di rame, oppure prevedendo un’autorizzazione alla raccolta dei rottami ferrosi e non ferrosi del tutto semplificata, sulla falsa riga di quella già prevista dal Decreto n. 65/2010 per la gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) da parte dei distributori e degli installatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE)”.