La storia, ambientata dentro una villa sfarzosa in un’estate siciliana afosissima, vede coinvolti una baronessa bramosa, una bambinaccia obesa e caparbia, un ragazzaccio bugiardo e porcello, un’istitutrice gallese delle più frementi, un rozzo precettore disposto a tutto e uno squisito duca dannunziano, che è l’epitome d’ogni decadentismo della Belle Époque. Tutti sono coinvolti in un folle intreccio di combinazioni erotiche sempre più complicate, con rocamboleschi e acrobatici «teatrini»: ingredienti di una deplorevole «commedia all’italiana» o di un pregevole trattatello sul Kitsch alto e basso? Siamo nel repertorio più privilegiato della signorilità meridionale, fra il Verga mondano e il Gattopardo, con tanti saluti a Capuana e De Roberto, e senza trascurare i continui dubbi pirandelliani, i pettegolezzi provinciali di Così è (se vi pare), né i monumentali eccessi dell’Imaginifico? Ci troviamo forse in una sontuosa elegia nostalgica alla Visconti sulle Grandi Famiglie e la Fine di un’Epoca, o in una seduta di sceneggiatura per una telenovela pecoreccia? O magari a un dotto seminario di Alti Studi sull’Analisi Strutturale del Racconto, e la Logica dei Possibili Narrativi, con i contributi di Šklovskij, Barthes, Calvino? Allo spettatore la risposta finale.
Prenotazioni al numero 333.1260425. Biglietti online sul circuito Vivaticket.
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