Bari

Bari, registro testamento biologico: illustrato l’odg approvato dal Consiglio Comunale

Ne ha parlato il consigliere Renato Laforgia

BARI – Il consigliere Renato Laforgia, presidente della I commissione consiliare permanente Welfare e consigliere incaricato del sindaco per le politiche della salute, alla presenza del presidente del Consiglio notarile di Bari Bruno Volpe , ha illustrato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo di Città, i contenuti dell’ordine del giorno “Registro testamento biologico – dichiarazioni anticipate relative ai trattamenti sanitari”, approvato dal Consiglio comunale nella seduta del 3 marzo.

All’incontro hanno partecipato Nino Sisto per l’associazione Luca Coscioni, Francesca Pietrocola per U.A.A.R. (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) e Michele Macelletti in rappresentanza dell’associazione Radicali Bari.

Il documento presentato dalla I commissione impegna il sindaco e la giunta ad istituire un registro dei testamenti Biologici – Dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari, conservato presso gli uffici comunali, e a predisporre il relativo regolamento attuativo. Di conseguenza, i residenti del Comune di Bari che abbiano redatto il documento contenente le proprie dichiarazioni di volontà anticipate, potranno dichiararne l’esistenza e il luogo dove esse sono conservate, ai fini dell’annotazione nel registro.

Le iscrizioni nel registro, avverranno con una dichiarazione relativa alla propria volontà di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari in caso di malattia, lesione celebrale irreversibile o patologia invalidante, che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali, in una fase in cui la persona non sia in grado di manifestare il consenso o il rifiuto della terapia.

Ringrazio anzitutto i colleghi consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione – ha detto il consigliere Laforgia – che hanno discusso l’ordine del giorno proposto dalla commissione Welfare e che riguarda ciò che viene impropriamente definito testamento biologico. Si tratta di un atto di delega a qualcuno che possa rappresentare le volontà del delegato nel caso questi si ritrovi privo di capacità di intendere e di volere, in particolare sulla interruzione delle cure mediche e sull’accanimento terapeutico. Questo è un argomento molto dibattuto in tutta Europa, in Italia ferve il dibattito parlamentare sulla questione ma non esiste ancora una proposta concreta. I Comuni invece hanno la possibilità, in piena autonomia, di raccogliere le volontà dei cittadini e possono testimoniare, in qualità di enti pubblici, il contenuto delle volontà depositate dai singoli per il loro trattamento. In questo percorso – ha continuato Laforgia – abbiamo trovato la piena disponibilità dei notai della provincia, ci siamo avvalsi della loro collaborazione per redigere i primi atti di volontà. Io ho già consegnato la mia dichiarazione personale di volontà al sindaco di Bari per indurlo a istituire il registro nel più breve tempo possibile”.

L’istituzione del registro – ha dichiarato il notaio Volpe –rappresenta anche per noi una dimostrazione di grande civiltà, perché riconosce al cittadino la facoltà di autodeterminarsi, in caso di incognite future che possano incidere sulla sua salute e compiere scelte importanti in modo appropriato. È opportuno sottolineare che non siamo di fronte a un testamento in senso tecnico, perché quest’ultimo riguarda disposizioni post mortem, mentre quello biologico è destinato a produrre effetti già in vita. Si tratta essenzialmente di una delega, o meglio, della designazione di un fiduciario cui viene conferito il potere di rendere al medico una volontà determinata in un momento precedente, in un momento durante il quale il soggetto era perfettamente consapevole delle proprie scelte. Una dichiarazione anticipata di volontà sui trattamenti medici in previsione di una intervenuta incapacità di intendere e di volere. In tutto questo il notaio, come pubblico ufficiale, ha il compito di recepire le volontà dell’istante, ascoltare e tradurre in termini giuridici le sue libere determinazioni, e dando certezza legale su chi ha redatto la dichiarazione, sulla data e sul contenuto dell’atto, sulla libertà della determinazione. Il registro quindi è lo strumento indispensabile per conservare, pubblicizzare e rendere disponibili i testamenti, secondo i desideri del cittadino”.

La nostra lotta per la conquista di questo diritto civile – ha concluso Sisto – inizia nel 2013, quando, aiutati anche dal consiglio notarile, iniziammo a raccogliere firme per presentare al Parlamento una petizione popolare sul testamento biologico e sull’eutanasia. Finalmente il Parlamento inizierà la discussione. Con questa iniziativa il Comune di Bari ha superato l’inerzia parlamentare nel discutere di un problema che rappresenta una questione di civiltà. Oggi il registro può essere istituito a livello di singola amministrazione comunale ma non esiste una legge dello Stato che regolamenti e uniformi i singoli registri a livello nazionale. Il testamento infine può contenere altre disposizione, quali la volontà di donare gli organi o di essere cremato”.

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