Decaro: “Collaborazione tra istituzioni crea servizi per i cittadini. Giusto dedicare il decimo nido pubblico a una donna che ha dato tanto alla nostra città”
L’asilo nido, riqualificato dall’Università “Aldo Moro” che ne è proprietaria, sarà gestito con risorse e personale dell’amministrazione comunale, diventando così il decimo asilo nido pubblico della città di Bari. La struttura potrà ospitare 36 bambini dai 3 ai 36 mesi: una parte dei posti disponibili sarà riservata ai figli di dipendenti e studenti universitari.
“Questo nuovo asilo – ha dichiarato il sindaco di Bari – è un altro strumento che consentirà di conciliare i tempi del lavoro con quelli familiari, anche per coloro che lavorano o studiano all’Università “Aldo Moro”. Ma è anche un modo per incoraggiare le giovani coppie e dar loro un supporto. In campagna elettorale avevamo preso un impegno e oggi, con l’aggiunta di quest’ultimo, siamo a quota 10 nidi comunali, dopo averne inaugurati altri due qualche mese fa. Un passo in avanti notevole caratterizzato da un rapporto di stretta collaborazione tra Comune e Università della nostra città, dove non esiste il concetto “non è mia competenza” ma solo un lavoro congiunto tra istituzioni finalizzato a risolvere i problemi dei cittadini. Il protocollo sottoscritto oggi è il preludio all’apertura dell’asilo nido che avverrà nei prossimi mesi ma anche un passaggio importante che dimostra come vogliamo trasformare Bari da città con l’università a città universitaria.
Allo stesso modo è molto importante la scelta di intitolare l’asilo a Paola Labriola, una donna straordinaria che ha dato tanto a tutto il territorio. Ha sempre seguito persone in difficoltà con grande cura e dedizione e credo sia giusto dedicarle un piccolo spazio simbolico, proprio dove cominciano a crescere i nostri bambini”.
“Oggi è un momento importante – ha continuato Antonio Uricchio – perché l’asilo Labriola è molto atteso dalla nostra comunità accademica e dagli studenti, che chiedevano da tempo questo servizio. Abbiamo voluto intitolarlo a Paola Labriola per onorarne il ricordo, e lo abbiamo fatto nel 2013 con una cerimonia fortemente voluta dal mio predecessore, il professor Petrocelli. In questi anni, poi, abbiamo lavorato a lungo sulle procedure da seguire e sulle modalità di gestione, fino a individuare l’accordo con il Comune come formula privilegiata. La gestione diretta, infatti, sarebbe stata inopportuna, così abbiamo ritenuto che fosse un percorso qualificante poter inserire l’asilo Labriola nel novero degli asili comunali della città. Il valore aggiunto risiede nella competenza e nell’esperienza di chi opera nel settore delicatissimo della formazione dei più piccoli. L’asilo avrà una quota di posti riservati ai dipendenti e agli studenti dell’Università ma sarà a tutti gli effetti un asilo della città, aperto a tutti, come è giusto che sia, anche considerato il valore sociale di un servizio intitolato a Paola Labriola. La nostra previsione è di poter aprire i battenti all’inizio del nuovo anno, perché dovremo attendere i tempi necessari per dotare la struttura di una cucina interna e per il reclutamento dei docenti dalle graduatorie comunali. Un’opera importante, di grande valore sociale, che testimonia la forza di un sinergia, quella tra Comune e Università, che si realizza su diversi fronti, dalla Community library al Campus urbano, progetti che trovano nella sigla del protocollo odierno un ulteriore, importante tassello”.
“È una bellissima giornata – ha sottolineato Paola Romano – una giornata in cui Università e Comune si impegnano ad inaugurare insieme, nei primi mesi del 2018, un nuovo asilo nido, il decimo per il Comune, il primo per l’Università. Questo spazio, molto bello e riqualificato, sarà preso in gestione dal Comune per accogliere 36 bambini. Dopo aver aperto due nuovi asili nido, con questo protocollo mettiamo le basi per aprirne un terzo, aumentando così del 30 per cento l’offerta di nidi rispetto al passato: penso sia il miglior modo per dare una risposta alla grande difficoltà delle famiglie di conciliare la vita lavorativa con le esigenze private e provare a invertire i dati sulla natalità che ci ricordano quanti pochi bambini nascono in città. Il nostro impegno condiviso è quello di attuare tutti i passaggi che ancora restano da realizzare: nei prossimi mesi il Comune reperirà le risorse umane che saranno impegnate nell’asilo e l’Università terminerà gli interventi necessari a rendere materialmente fruibile la struttura.
Questo asilo, mi piace ricordarlo, porta il nome di una donna che ha fatto della cura la sua missione e che abbiamo voluto onorare attraverso l’intitolazione di un luogo di crescita per bambini dai 3 ai 36 mesi, dove si pongono le basi del futuro della città”.
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