Nella prima parte di serata si ascolterà il Trio op. 40 di Carl Frühling (1868-1937), compositore nato nell’allora Lemberg, capoluogo della provincia del Regno di Galizia e parte dell’impero austriaco asburgico, oggi conosciuta come Lviv e situata in Ucraina. Nella seconda, invece, prevista è l’esecuzione del Trio di Nino Rota, il cui arcinoto legame con la Puglia si sostanziò prima come docente dell’Istituto musicale Paisiello di Taranto, poi come direttore del Conservatorio Piccinni di Bari.
Come gruppo di musica da camera, il Turina Piano Ensemble è dedito alla diffusione del repertorio scritto per pianoforte e strumenti ad arco dal classicismo ai giorni nostri, con particolare attenzione all’opera del celebre compositore spagnolo da cui la formazione prende il nome, Joaquín Turina (Siviglia, 1882- Madrid, 1949), uno dei quattro più importanti compositori della prima metà del Ventesimo secolo. Un impegno reso possibile da parte degli eredi del musicista attraverso l’Archivio Joaquín Turina di Madrid e il suo vecchio direttore Alfredo Morán, stretto collaboratore dell’intero processo di ricerca e grande fonte documentaria del lavoro svolto da Antonio Soria, direttore artistico dell’ensemble.
Dunque, il concerto si apre con il Trio per clarinetto op. 40 di Carl Frühling, vincitore del Premio Liszt nel 1889 e per molti anni accompagnatore dei più importanti solisti strumentali e cantanti dell’epoca, tra cui stelle come Pablo Sarasate, Bronislav Huberman e Leo Slezak. Fu spesso pianista del Rosé Quartet, allora il primo quartetto d’archi di Vienna. Ma con la Prima guerra mondiale e i suoi effetti catastrofici su Austria e Vienna, la carriera di Frühling fu praticamente distrutta e, purtroppo, la sua musica venne presto dimenticata. Il merito del Turina Piano Ensemble è, dunque, aver acceso i riflettori su questo grande musicista, celebrato con un Trio che ricorda lo stile di Brahms e, in misura minore, di Wagner, ma in modo del tutto originale. Un pezzo da concerto di grande fascino cui, nella seconda parte, farà da contraltare il Trio per clarinetto, violoncello e pianoforte di Nino Rota, una pagina ricca di funambolici e deliziosi dialoghi strumentali scritta nel 1973, lo stesso anno in cui Rota licenziava la colonna sonora di «Amarcord» per Federico Fellini.
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