Saranno due le aree a ridosso della “piazza del mare” ad essere interessate dall’intervento
BARI – È stata rilasciata l’autorizzazione per il ripascimento in ciottoli delle spiagge del nuovo waterfront di San Girolamo-Fesca dalla Città metropolitana di Bari. Saranno due le aree a ridosso della “piazza del mare” ad essere interessate dall’intervento che ha lo scopo di creare un’ulteriore difesa del litorale, in particolare nei tratti più sensibili per l’energia provocata dall’urto delle onde. La scelta dei ciottoli, comunque indicata come migliore dal Piano regionale delle coste, è derivata anche dalla necessità di evitare la realizzazione di ulteriori protezioni strutturali con il posizionamento di altri frangiflutti in mare, in quanto ciò comporterebbe il rischio di eccessivo ristagno delle acque nello specchio protetto.
Inoltre, disposti sulla battigia in modo da creare una certa pendenza e profondità della spiaggia, i ciottoli rappresentano un fattore di difesa del lungomare retrostante allontanando il frangimento dell’onda e scaricandone l’energia prima della riva.
“Con l’autorizzazione della Città metropolitana – dichiara l’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Galasso – si completa una lunga fase autorizzativa dell’attività di ripascimento riferita a due delle quattro spiagge previste nel progetto, e in particolare alle due contigue alla piazza che saranno caratterizzate dalla presenza di ciottoli. Attraverso queste lavorazioni prenderà ulteriormente forma la riqualificazione di questo tratto di costa che conferirà un volto nuovo ai quartieri di San Girolamo e Fesca, oltre che all’intera città”.
Gli interventi, che avranno inizio nei primi mesi del nuovo anno compatibilmente con le condizioni meteorologiche, dureranno presumibilmente tre mesi, durante i quali le lavorazioni di ripascimento dovranno essere eseguite secondo le seguenti prescrizioni:
– utilizzare una pala gommata per la movimentazione massima di 400 mc al giorno;
– usare materiale inerte, come il pietrisco frantumato e lavato, di dimensioni comprese tra 4
e 12,5 mm, e ghiaia lavata di dimensioni comprese tra 10 e 20 mm e tra 6,3 e 16 mm;
– rispettare le “Linee guida per l’individuazione di interventi tesi a mitigare le situazioni di maggiore criticità delle coste basse pugliesi”;
– prevedere un monitoraggio circa gli affetti della realizzazione delle opere sulle spiagge limitrofe;
– predisporre un piano di monitoraggio della dinamica costiera che preveda, tramite sopralluoghi, rilievi e report fotografici, la descrizione dell’evoluzione della spiaggia con particolare riferimento al profilo trasversale di spiaggia, all’andamento della linea di riva, al grado di arrotondamento del materiale costituente la spiaggia, prima dell’inizio e a chiusura dei lavori e per i successivi 5 anni;
– prevedere la redazione e l’esecuzione di un piano di gestione stagionale della spiaggia per il ripristino del profilo trasversale e della linea di riva, tramite interventi di redistribuzione e ricollocamento dei ciottoli (manutenzione stagionale ed eventuali operazioni di natura straordinaria a seguito di forti mareggiate);
– sospendere immediatamente i lavori dandone contestualmente comunicazione alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana, qualora dovessero essere ritrovati reperti di carattere archeologico, ai sensi degli arti. 28, 90 e 175 del D.Lgs n. 42/2004;
– effettuare l’attività di immersione in mare dei ciottoli senza causare perturbazioni alla circolazione sotterranea, incompatibili con le strutture esistenti sia nell’area portuale sia all’esterno del porto (le eventuali perturbazioni nonché le opere di mitigazione dovranno essere puntualmente monitorate e controllate per 5 anni al fine di garantire la piena compatibilità nel tempo dell’intervento con manufatti e strutture esistenti);
– effettuare le operazioni di bonifica a seguito di eventuali ritrovamenti bellici, con la supervisione e il coordinamento del Nucleo SDAI della Marina Militare;
– effettuare i lavori di ripascimento solo al di fuori dell’attività balneare;
– adottare tutte le misure necessarie ad evitare un aumento anche temporaneo della torbidità
delle acque, e sversamenti accidentali di olii, combustibili e altre sostanze pericolose durante l’utilizzo di mezzi e/o attrezzature adoperate per l’intervento.
L’autorizzazione, che potrà essere prorogata entro 6 mesi dalla scadenza, resterà valida per l’intera durata dei lavori di ripascimento e, comunque, non oltre 36 mesi dalla data di rilascio.
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