Quella originaria risaliva a 56 anni fa, quella infranta la scorsa notte era stata riprodotta e posata nello stesso luogo qualche mese fa, per iniziativa di don Sabino Lattanzio, dopo che la prima era andata dispersa, riferisce lo stesso sacerdote.
I pezzi della targa votiva sono stati riassemblati ma ora sarà necessario, e si darà corso, al lavoro di un marmista per ricompattarla e ancorarla alla sua base.
“A chi ha commesso questo atto incivile voglio che arrivi, diretto e sonoro, il biasimo e la condanna dell’intera comunità cittadina – ha detto il primo cittadino – perché è inammissibile che si possa persino pensare di danneggiare un bene in una pubblica piazza, è da incivili, bisogna essere senza rispetto per se stessi, oltre che per gli altri, per compiere un atto del genere”.
“Quella pietra – ha concluso il sindaco – ricorda un momento di vita di questa comunità, solo l’ignoranza e l’inciviltà possono spiegare questi gesti”.
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