Ecco com’è andata
BARLETTA – Sentita e toccante è stata la cerimonia con la quale, questa mattina, sono state intitolate due strade di Barletta, a ridosso del Parco degli Ulivi, a due illustri cittadini, il medico Francesco Mele e l’insegnante Antonino Patricolo, preside della scuola “Ettore Fieramosca”.
A presiedere la cerimonia, alla quale, fra gli altri, hanno partecipato il comandante della polizia locale Savino Filannino e le altre autorità civili e militari cittadine, è stata la vice presidente del consiglio comunale Stella Mele.
“E’ con emozione e con grande onore che stamani mi trovo a svolgere questo compito per impegni del nostro Sindaco, anche perché Francesco Mele era mio nonno”, ha detto, ricordando il lungo iter conclusosi con la cerimonia odiera, dalla presentazione diversi anni fa della candidatura in commissione Toponomastica fino alla deliberazione avvenuta il 4 agosto 2016.
Prima che venisse scoperta la targa della via intitolata al professor Patricolo, il preside è stato ricordato da uno dei suoi insegnanti, il professor Giuliano Rotunno, il quale ne ha sottolineato la lungimiranza pedagogica.
Procede così l’attività di aggiornamento toponomastico delle strade cittadine, a cura dell’Amministrazione comunale. Di seguito alcune note biografiche sui due illustri cittadini alla cui memoria sono state intitolate le due strade, il prolungamento di via Ponchielli, tra via Vecchia per Canosa e via Canosa, al dottor Francesco Mele; quella tra via Minervino e via Vecchia per Canosa, al dirigente scolastico Antonino Patricolo.
Cenni biografici
Il dottor Francesco Mele nacque a Barletta il 20 luglio del 1913. Orfano di padre (caduto in guerra) a soli due anni, grazie alla sua forza morale e all’intelligenza riuscì a laurearsi con lode nell’anno accademico 1938/39 presso la Regia Università di Bologna, premiando così anche il lavoro instancabile della madre che lo sostenne nei difficili anni dello studio. Esercitò a Barletta la professione medica distinguendosi per le elevate doti che, unite a sensibilità e cordialità d’animo, generarono unanime apprezzamento, affetto e stima profonda nella popolazione. Vivo è ancora il ricordo dei malati che curò con la massima competenza e partecipazione umana. Esercitò con spirito di servizio l’incarico onorario d’ispettore medico presso il refettorio dei poveri della scuola elementare “D’Azeglio”. Percorse un limpido cammino di scienza, cultura, onestà. Pur onorato per l’incarico di direttore sanitario dell’Ospedale Civile di Barletta offertogli dal professor Romanelli, per la sua onestà intellettuale rifiutò il prestigioso incarico preferendo la conduzione medica libera e indipendente. Uomo di grande cultura, mentalmente aperto, dotato di profondo senso civico, dimostrò di avere a cuore il destino della città impegnandosi nel secondo dopoguerra come Consigliere comunale e, amante delle arti e della cultura, anche come socio fondatore della Pro Loco cittadina. Morì il 1° marzo 1998.
Il preside Antonino Patricolo nasce a Messina il 5 luglio del 1921. Inizia l’attività di docente nel 1944 dopo aver conseguito la laurea in Materie letterarie e in pedagogia. Vince il concorso per l’insegnamento di materie letterarie nella scuola media e negli istituti superiori, svolgendo brillantemente la professione sino al 1960, anno in cui ottiene l’incarico di Presidenza con titolarità dal 1965 al 1988.
Contribuirà in modo determinante ad affermare sul territorio l’identità della scuola media statale “Ettore Fieramosca” che grazie al suo costante intervento e interessamento presso le autorità comunali, trova un’organica definizione logistica nel 1977. La sua lungimiranza, le sue intuizioni pedagogiche e le sue eccezionali doti imprenditoriali gli consentono di realizzare numerose attività parascolastiche di riconosciuto spessore educativo che elabora con naturalezza non comune. Collabora per anni con la RAI alla trasmissione “Scuola Aperta”. Uomo del suo tempo, osservatore attento di tutto ciò che la realtà scolastica e educativa esprimeva, riusciva a cogliere con precisione linee di tendenza e processi culturali che anticipavano stagioni pedagogiche nuove. Nel 1979 crea il tempo pieno sperimentale e la “Fieramosca”, già sede delle 150 ore per studenti lavoratori, diviene luogo privilegiato della sperimentazione. In questo periodo Patricolo realizza con successo gemellaggi culturali con molte scuole italiane ed estere e un gruppo folkloristico teatrale. La scuola “Fieramosca” diviene ambasciatrice UNICEF e Patricolo ricoprirà la carica di vice Presidente regionale. La sua scomparsa all’età di 67 anni desta in città profonda emozione.
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