E per celebrare quel doppio evento, che si concretizzò con la messa in scena di un’opera rappresentativa della produzione del grande compositore bitontino, «Il cavaliere errante» del 1778, con la direzione musicale di Vito Clemente e la regia di Michele Mirabella, mercoledì 16 aprile, alle ore 19, la città festeggerà l’importante ricorrenza con un concerto speciale a ingresso libero e gratuito nel Teatro Traetta organizzato dal Comune e dal Traetta Opera Festival.
Lo stesso sarà preceduto dagli interventi del sindaco Francesco Paolo Ricci, dell’allora primo cittadino Nicola Pice, degli stessi Michele Mirabella e Vito Clemente e del segretario artistico del Traetta Opera Festival, Maurizio Pellegrini.
Su musiche di Traetta, tra i massimi rappresentanti della cosiddetta scuola napoletana e operista che influenzò la riforma del melodramma del Settecento, è incentrato il recital lirico cui daranno vita i soprani Maria Cristina Bellantuono, Anna Cimmarrusti ed Elena Finelli, tutte vincitrici di premi ai due concorsi istituiti dal festival operistico, il Concorso lirico Tommaso Traetta e il Concorso di canto barocco Caffarelli intitolato ad un altro bitontino illustre. Ad accompagnarle, il pianista Piero Cassano.
La storia del teatro comunale di Bitonto, come viene raccontato nel volume «La rete dei teatri storici di Puglia» e sul sito di Puglia Culture, inizia nel 1835, quando per volere di una società composta da ventuno rappresentanti di famiglie nobili della città, venne costruito il Teatro Umberto (chiamato anche Nuovo Teatro Ferdinandeo, Principe Umberto, Umberto I, Teatro Privato). La sua progettazione fu affidata all’architetto napoletano Antonio Niccolini (che più tardi realizzò il Piccinni a Bari), mentre la realizzazione ai fratelli Sannicandro da Bitonto, appartenenti ad una famiglia di costruttori e capimastri.
Il progetto originario del Niccolini subì delle variazioni per ragioni economiche e di spazio. Infatti, con il tempo nacquero grossi problemi di disimpegno per le carrozze e per la viabilità per cui, con l’intervento del Castellucci si procedette alla sistemazione delle strutture stradali e all’apertura, nel 1851, di una via tra Piazza Plebiscito e Largo Teatro che venne dedicata al musicista Traetta in riparazione della mancata presenza del grande bitontino tra i tondi e i busti raffigurati sul fronte del teatro.
La gran fretta nel costruire, la cattiva gestione, gli scarsi sussidi comunali, contribuirono non poco al degrado dell’immobile già dopo un decennio, quando Castellucci fu costretto ad intervenire sulle coperture della zona scenica.
L’inaugurazione avvenne la sera di Pasqua il 15 aprile 1838, con l’esecuzione della «Parisina» di Gaetano Donizetti e da quel momento nel Teatro Umberto I si succedettero numerose compagnie, specie quelle comiche e di prosa, ricevendo contributi di incoraggiamento dal Comune. La struttura del teatro non ebbe buona sorte: nel 1843, 1881, 1901 dovette subire, infatti, restauri anche statici; nel 1972 ci fu il crollo delle coperture dopo una dirotta pioggia.
Dal crollo definitivo del 1972, lunghe e tortuose sono state le vicende che hanno portato alla ricostruzione del teatro: una lunga storia di espropri, progetti, appalti, finanziamenti e ritardi.
Il progetto di recupero venne affidato nei primi anni Ottanta a cinque tecnici, ma si dovette aspettare sino al 1998 per l’affidamento dell’appalto e la consegna del cantiere ad un’impresa. Nel frattempo, il Comune provvide ad acquisire tutta la struttura mediante l’esproprio delle ultime quote.
Quello stesso anno partirono i lavori, rallentati da alcuni inattesi ritrovamenti. E ulteriori rallentamenti furono causati, negli anni successivi, dall’acquisizione delle autorizzazioni per gli impianti. Le ridotte dimensioni del teatro resero necessarie deroghe che dilatarono i tempi dell’iter burocratico. Finché nel 2003, partì il secondo lotto di lavori, che si conclusero con l’inaugurazione, il 16 aprile del 2005, con la rappresentazione del «Cavaliere errante» di Traetta e l’intitolazione del teatro al musicista bitontino.
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