In scena, Sabrina Speranza, volto storico della Compagnia AltraDanza con un lungo apprendistato all’Ailey School di New York, e un corpo di ballo formato da Simona Cutrignelli, Marika Mascoli, Giada Ferrulli, Sara Mitola, Mino Viesti e Mimmo Linsalata, mentre le musiche verranno eseguite dal vivo dal soprano Vittoria Didonna e da un trio strumentale composto dai violinisti Eliana de Candia e Domenico Masiello e dalla violoncellista Anila Roshi.
«Raccontiamo una vita ricca di chiaroscuri e apparenti contrasti», spiega Iannone riferendosi alle due personalità che vissero nella cantante in un eterno confronto-scontro. «Da un lato c’è Maria, dall’altro Callas. E noi – dice Iannone – raccontiamo il mito di una donna e artista straordinaria che, da ragazza impacciata agli esordi, semplice ma anche caparbia, goffa e determinata al tempo stesso, diventa diva». Come nessun’altra, Maria Callas seppe donare eternità alcune arie, a partire da «Casta diva», la preghiera della sacerdotessa Norma nell’omonimo capolavoro belcantistico di Bellini, resa dal più grande soprano di tutti i tempi un’invocazione ai confini della trascendenza. «Lei stessa viene osannata come una dea dal pubblico e dalla critica, anche se il suo desiderio più profondo, riemerso come un antico rigurgito, è di avere un marito da amare e dal quale essere amata, una famiglia della quale prendersi cura. Ecco allora – conclude Iannone – il bianco e il nero che coesistono in questa donna nata Maria, diventata Callas e tornata ad essere Maria al termine di una travagliata esistenza, conclusasi con un tragico epilogo».
Maria Callas muore a cinquantatré anni nel suo appartamento parigino al 36 di Avenue George Mandel, il 16 settembre 1977, intorno alle 13.30. Il referto medico indica l’arresto cardiaco come unica causa del decesso, smentendo da subito le voci di suicidio. L’artista muore dopo una serie di lutti che l’hanno colpita, tutti al maschile. Il primo ad andarsene, il 15 marzo del 1975, neppure due settimane dopo il loro ultimo incontro, è Aristotele Onassis, l’uomo che l’aveva trascinata in un amore così violento da spegnerle la voce. «Quella voce – disse il regista Franco Zeffirelli – che ci affascinò come un sortilegio, un prodigio che non si poteva definire in alcun modo, la si poteva soltanto ascoltare come prigionieri di un incantesimo, di un turbamento mai esplorato prima». E poi, sempre quell’anno, scompare l’amico Pier Paolo Pasolini, che l’aveva voluta nei panni di Medea nel film del 1969, quando lei era reduce da nove anni d’amore con il miliardario Onassis. Il 17 marzo 1976 si spegne anche Luchino Visconti, che nel 1955 aveva firmato la regia della Traviata alla Scala. Era stato l’allestimento che aveva reso celebre Maria Callas in tutto il mondo, che l’aveva fatta entrare nella storia, creando le premesse per l’ingresso nell’Olimpo e nella leggenda.
La 78ª Stagione organizzata dagli Amici della Musica di Taranto è organizzata sotto l’egida del Ministero della Cultura, della Regione Puglia e del Comune di Taranto.
Biglietti 20 euro platea, 15 euro galleria, prima e seconda loggia. Per info e prevendite rivolgersi alla sede degli Amici della Musica in via Abruzzo 61, tel. 099.7303972 e 329.3462658. L’acquisto online è sul circuito liveticket.it e tramite il sito www.amicidellamusicataranto.it.
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