CERIGNOLA (FG) – Una passeggiata di gruppo per ribadire che su quel terreno la mafia ha perso, che è possibile trasformare un luogo simbolo del potere mafioso in avamposto di legalità, di economica sostenibile, di lavoro regolare, di sviluppo. Uno sviluppo che passa tra vigneti, ulivi, alberi e terra da coltivare. Perché il bene intitolato a Michele Cianci, vittima innocente di mafia, e confiscato ai Compierchio, famiglia di spicco della criminalità cerignolana, ha iniziato a muovere i primi passi verso il suo riuso sociale. Ieri mattina la Commissione Straordinaria del Comune di Cerignola, insieme alle forze dell’ordine, ha accompagnato l’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) denominata “Le terre di Peppino Di Vittorio” costituita dalle Cooperative Sociali Altereco di Cerignola, in qualità di ente capofila, e Medtraining di Foggia e dal Centro di Servizio al Volontariato di Foggia, a prendere possesso del terreno consegnato la scorsa settimana nel corso di una cerimonia ufficiale. La passeggiata sul bene si è svolta nel rispetto delle norme anti-covid e delle restrizioni previste per le regioni inserite nella cosiddetta zona rossa. Per un evento pubblico allargato alla partecipazione della comunità, infatti, si aspetterà il periodo in cui sarà possibile farlo in sicurezza.
La scelta di intitolare il bene confiscato alla mafia a Michele Cianci nasce dalla voglia e dalla necessità di fare memoria, di tenere vivo il suo sacrificio, di far conoscere la sua storia ed il suo nome alle nuove generazioni e a tutta la comunità locale. Il progetto, partito ufficialmente con la consegna del terreno, ha l’obiettivo di promuovere attività di agricoltura sociale ed inserimento lavorativo di persone in condizioni di fragilità sociale, contenitori sociali e culturali, luoghi per la generazione di emozioni ed idee. Una sfida ambiziosa, che si pone la finalità di contribuire a realizzare prodotti etici, di qualità e “liberati” dalla mafia nel pieno rispetto della filiera agroalimentare. A partire dalla coltivazione di uva ed olive da cui – prossimamente – sarà possibile produrre vino biologico e barattoli della “Bella di Cerignola”.
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