La relazione di Pietro De Padova al tavolo ministeriale sull’export e lo sviluppo tarantino. Il 5% della ricchezza e il 20% dei posti di lavoro sono prodotti da agricoltura, pesca e silvicoltura
TARANTO – “Taranto non ha bisogno di assistenza, ma di strumenti, infrastrutture e di una strategia di lungo respiro che la faccia uscire dalle nubi del siderurgico”. A qualche giorno dall’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, il presidente di CIA Area Due Mari, Pietro De Padova, torna sui concetti espressi al tavolo operativo sull’export. “In un quadro economico a tinte fosche, gli unici dati positivi dell’economia tarantina arrivano dal comparto agricolo, che pure sta vivendo una fase di enormi difficoltà soprattutto per quanto riguarda i settori olivicolo e agrumicolo”, ha aggiunto De Padova. “Agricoltura, pesca e silvicoltura incidono sul totale della ricchezza prodotta per il 5%, più del doppio della media italiana, e con un numero di addetti pari al 20% del totale”, ha ricordato De Padova che, a Roma, assieme al direttore provinciale di CIA Due Mari Vito Rubino, ha ribadito con forza quanto l’organizzazione sostiene da anni. “Il futuro di Taranto e della sua provincia non può continuare ad essere giocoforza legato solo ed esclusivamente alla industria“. Oggi Taranto più che imporsi con l’export delle sue eccellenze subisce l’importazione di una serie di prodotti a basso costo e di incerta qualità, si pensi agli agrumi, che sottraggono reddito alle aziende agricole e futuro ai lavoratori del comparto.