La denuncia di CIA Due Mari supportata da riscontri videofotografici
TARANTO – Un dossier, con foto e video, per documentare quanto la questione cinghiali, nonostante le reiterate denunce degli agricoltori e della CIA Agricoltori Italiani della Puglia, sia ancora tutta da affrontare: è quanto è stato fatto da CIA Due Mari, in questi giorni, in agro di Castellaneta, contrada Sant’Andrea, nel territorio tarantino, per riaccendere l’attenzione sui danni causati da branchi sempre più numerosi e famelici. “Abbiamo documentato quanto accaduto, in modo particolare, in un grande agrumeto della provincia di Taranto“, ha spiegato Vito Rubino, direttore provinciale di CIA Due Mari. “Questo tipo di animali si spinge fino a dove può trovare cibo e acqua. Abbiamo documentato la loro presenza anche lungo i canali che attraversano e delimitano le zone rurali. Recentemente, così come da troppo tempo ormai, si è verificato che branchi molto numerosi abbiano distrutto porzioni rilevanti di coltivazioni e piante.
“In tutta Italia, stiamo portando all’attenzione delle massime autorità istituzionali la nostra proposta per una radicale riforma della legge sulla fauna selvatica”, ha aggiunto Pietro De Padova, presidente provinciale di CIA Due Mari. “Il numero degli animali selvatici è cresciuto a dismisura negli ultimi 10 anni e, con esso, sono aumentati anche i danni arrecati ad aziende agricole e allevamenti da cinghiali, lupi e storni. Amiamo quegli animali, che vanno tutelati e messi nelle condizioni di non nuocere, e allo stesso tempo sappiamo che la crescita della loro presenza sul territorio deve essere necessariamente contenuta e limitata, in modo da essere compatibile sia con la sicurezza dei cittadini che con le attività di agricoltori e allevatori. Servono meccanismi certi per prevenire gli incidenti e risarcire i danni subiti da aziende agricole e zootecniche“, ha dichiarato De Padova.
“A livello regionale, CIA Puglia ha formulato una serie di proposte finora inascoltate, ma anche le leggi attuali restano in gran parte inattuate. A pagarne le conseguenze sono gli agricoltori e gli allevatori: è un problema di sicurezza e di ordine economico, perché oltre al pericolo non vengono adeguatamente ristorati”, ha dichiarato Raffaele Ignazzi, componente di giunta CIA Due Mari. Il fenomeno non riguarda soltanto la provincia di Taranto ma tutta la Puglia e il resto del Paese. I danni provocati dagli attacchi di lupi, ungulati ma anche storni possono arrivare a mettere in ginocchio un’azienda. CIA Puglia, recentemente, scelse Monte Sant’Angelo, sul Gargano, per uno dei focus più partecipati dedicato alle proposte dell’organizzazione agricola per modificare le normative vigenti, a livello regionale e nazionale. Servono regole certe. Occorre ovviare ai danni causati ad allevatori e agricoltori non attraverso un indennizzo ma con un vero e proprio risarcimento, congruo e immediato, e un controllo della fauna selvatica. Anche le procedure per l’indennizzo sono complesse e vanno per le lunghe.
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