BARI – Un recital con il «B-Factor». Vale a dire un concerto dedicato al trio Bach-Bolling-Bernstein, tre compositori con la stessa iniziale ma con orizzonti per molti aspetti differenti, ma utili per tracciare un ponte ideale tra Settecento e Novecento, muovendosi tra tradizione classica, modernismo, con spruzzate di jazz e il musical targato Broadway. Protagonisti, venerdì 3 maggio (ore 20.30) a Bari, nella Sala San Francesco della Parrocchia Santa Fara, per la rassegna MusicAperta (info 347.4567734), e sabato 4 maggio (ore 20.45), al Teatro van Westerhout di Mola di Bari, per le stagioni dell’Agìmus (info 368.568412), il virtuoso di pianoforte Giovanni Scotta, cui si devono peraltro tutte le elaborazioni originali delle composizioni in programma, Giuseppe Nova, considerato uno dei più rappresentativi flautisti italiani, e l’eclettico contrabbassista Giorgio Boffa.
Apre il concerto una delle nove Sonate per flauto composte da Johann Sebastian Bach, la BWV 1020, sulle quali rimane il dubbio se sia nata per violino e poi adattata per flauto, tesi che non trova conforto nelle opinioni di Phillip Spitta e Wilhelm Rust, secondo i quali questa pagina ha caratteristiche strutturali riconducibili in funzione solistica proprio al flauto e non al violino, come sostengono alcuni. In ogni caso, si tratta di una composizione di grande freschezza melodica nella quale si ritrova lo schema della Sonata italiana del Settecento con l’alternanza tra allegro-adagio-allegro e chiari riferimenti a Vivaldi, affermano gli esperti. E per certi aspetti rimanda al Settecento, con la sua struttura paragonabile ad una successione di danze, la Suite n. 1 per flauto e jazz piano trio di Claude Bolling, una composizione in sette parti in cui classica e jazz si alternano, si fondono, si confrontano.
Compositore francese classe 1930 e pianista dalla tecnica straordinaria che riportò in auge la Swing Era con la sua big band, Bolling ha legato la propria carriera soprattutto alla realizzazione di colonne sonore (più di un centinaio). Scrisse le musiche per i film «Borsalino» con Jean Paul Belmondo e Alain Delon e «California Suite», per il quale Maggie Smith portò a casa l’Oscar. E partendo da Duke Ellington e dall’eredità lasciata dai primi pianisti jazz, praticamente s’inventò un suo personale crossover al pari di Leonard Bernstein, del quale il trio Nova-Boffa-Scotta proporrà un medley da «West Side Story», musical pensato come una sorta di versione moderna di «Romeo e Giulietta». Il lavoro debuttò a Broadway nel 1957 con ben 732 repliche e nel 1961 venne portato sul grande schermo conquistando una sfilza di Oscar.
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