Confagricoltura e Copagri Puglia: Misura 21, bene i 19 mln di euro per i settori colpiti dalla crisi Covid, ma c’erano risorse per 32 mln

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aree a rischio erosione costiera in puglia

BARI – Confagricoltura Puglia e Copagri Puglia prendono atto che la Regione sulla Misura 21 ha destinato quasi 19 mln di euro per i settori floricolo, vitivinicolo e agrituristico, ma sarebbe stato opportuno inserire i settori zootecnico e olivicolo, visto che erano disponibili 32 mln di euro per la misura in questione.

La Regione ha predisposto i bandi previsti per affrontare le difficoltà da parte delle aziende agricole a seguito della crisi economica scatenata dalla pandemia. Per il presidente di Copagri Puglia, Tommaso Battista, “i 19 milioni di euro stanziati per i settori floricolo, vitivinicolo e agrituristico potevano essere 32 mln e poteva essere inserito il settore zootecnico. Il PSR Puglia 2014/2020 continua a non considerare la zootecnia come un settore degno di attenzione. Infatti, nel PSR non era stata indicata alcuna misura in favore del benessere animale, nonostante gli impegni assunti ad inserirla. Tra l’altro la Puglia risulta essere unica regione in tutta Italia a non aver adottato provvedimenti in tal senso. Oggi, dunque, riscontriamo che la misura 21 “Covid” si dimentica ancora una volta della zootecnia.”

I settori dimenticati dalla Regione con questa misura sono più di uno – aggiunge il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro – l’olivicoltura ha subito danni notevoli dalla chiusura del canale HO.RE.CA e, tuttavia, nonostante la disponibilità di risorse, nulla è stato previsto per la filiera olio d’oliva. Capiamo la riluttanza della Regione di fonte ai possibili rilievi dell’UE, ma uno sforzo ed un tentativo andava fatto per superare le resistenze di Bruxelles, come hanno fatto altre regioni“.

Anche per la misura 21 la Regione Puglia è stata l’ultima in termini di presentazione dei bandi. Tale situazione ha un motivo preciso; la Relazione Annuale sullo stato del PSR, presentata con ritardo, è stata contestata dalla UE per incompletezza della valutazione. La Commissione europea vuol comprendere il motivo per cui la spesa complessiva è ancora ferma al 40% dopo cinque anni. Senza il covid-19 il 2020 sarebbe l’ultimo anno.

La risposta è semplice, anche in questo caso con una disponibilità di 32 milioni si sceglie di rendere disponibili solo 18,8, escludendo comparti economici importanti della regione e perdendo un’altra occasione per fare spesa” concludono Lazzàro e Battista.