Taranto

Crisi post Covid-19: a Taranto usurai al lavoro

Un aiuto ai sovraindebitati dall’Associazione “Securitas Mundi” con la Legge “salva suicidi”

TARANTO – Il presidente dell’associazione “Securitas Mundi”, il commercialista tarantino Alfredo Cerabino, è lapidario: «se già in un periodo “normale” per tanti è fin troppo facile finire nelle mani di usurai o di “finanziarie poco serie”, in questo periodo di crisi le probabilità sono ancora maggiori, e infatti sono aumentate vertiginosamente le richieste di aiuto che ci arrivano da persone che si sono indebitate».

Per mesi il periodo di lockdown, infatti, ha improvvisamente ridotto al minimo, se non proprio cancellato, il reddito di tanti artigiani e piccoli commercianti che, in molti casi, si erano già esposti per innovare le loro attività. E i tanto annunciati aiuti e sostegni vari tardano ancora ad arrivare o sono insufficienti.

«È una situazione drammatica – continua il Dottor Alfredo Cerabino – con tanti che non sanno ancora come far fronte al quotidiano, tanto da essere costretti a rivolgersi a chiunque, anche al di fuori della legalità, una situazione disperata che, nei casi più estremi, può spingere persino al suicidio».

Eppure esiste una via di uscita legale: la Legge 3/2012, la cosiddetta “Legge salva suicidi”, che prevede la possibilità di rivolgersi al Tribunale a seguito di una crisi da sovraindebitamento: in caso di situazione di effettiva difficoltà economica, accertata dal giudice e dall’esperto contabile, il debitore può proporre ai creditori – privati, banche o Equitalia – un “piano di rientro” con 60 rate mensili.

In base alla Legge 3/2012 i creditori non riceveranno l’intera somma cui hanno diritto, ma solo la parte che realisticamente il debitore può permettersi di pagare. L’entità delle rate, infatti, viene calcolata in base alle reali possibilità economiche e disponibilità patrimoniali del debitore, e “al netto” delle sue esigenze quotidiane che vengono comunque salvaguardate: vitto, alloggio, mantenimento dei figli.

Alla fine del pagamento delle 60 rate il debitore si vedrà completamento “riabilitato” con la cancellazione del suo nome da ogni elenco di insolventi e, soprattutto, non dovrà più onorare la parte rimanente del suo debito – solitamente circa il 50%, anche più in alcuni casi – che gli sarà “abbuonata” ex lege.

In pratica potrà iniziare una nuova vita senza aver più paura di uscire di casa, per il timore di incontrare un creditore, o di rispondere al telefono ricevendo minacce da soggetti poco raccomandabili!

Quattro anni addietro alcuni professionisti hanno dato vita a Taranto all’associazione “Securitas Mundi” per aiutare i cittadini in difficoltà economica ad usufruire della “Legge salva suicidi”; oltre ad avvocati, sono soprattutto dottori commercialisti che vantano una particolare esperienza in materia acquisita istruendo numerose procedure presso il Tribunale di Taranto.

Il presidente Alfredo Cerabino tiene infatti a sottolineare che «mediante professionisti accreditati presso il Ministero di Grazia e Giustizia, singolarmente o nell’ambito di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), “Securitas Mundi” si avvale solo ed esclusivamente delle opportunità offerte dalla Legge 3/2012, la cosiddetta “Legge salva suicidi”, relazionandosi solo con il Tribunale e, soprattutto, senza far ricorso in nessun modo ad altre strutture che operano nel mondo del credito».

«Noi dell’associazione “Securitas Mundi” – ha poi detto Alfredo Cerabino – siamo a disposizione di tutti i cittadini per una consulenza, assolutamente gratuita, anche al fine di valutare la posizione debitoria e di assisterli nella eventuale predisposizione di un Piano del Consumatore o Proposta di Accordo».

Gli interessati possono contattare l’associazione Securitas Mundi (sito www.securitasmundi.com) presso gli uffici in via Mazzini n.39 a Taranto o al recapito telefonico tel. 099.7387192 o inviando una mail a associazionesecuritasmundi@gmail.com.

Alfredo Cerabino ha poi spiegato che «le disposizioni della “Legge salva suicidi” si rivolgono ai soggetti non fallibili, ovvero privati che non svolgono attività professionale o imprenditoriale, o che, pur svolgendole, hanno contratto debiti per motivi estranei ad esse; si rivolge, inoltre, ad enti e imprese che svolgono piccole attività commerciali e che quindi sono escluse dalla possibilità di ricorrere alla Legge Fallimentare».

Non possono usufruire della “Legge salva suicidi” i soggetti sottoposti a procedure concorsuali, coloro che abbiano usufruito della legge negli ultimi 5 anni o che, pur ammessi ai benefici, ne sono decaduti per insolvenza.

La “Legge salva suicidi” L. 3/2012

La legge 3/2012 prevede la possibilità che il debitore, rivolgendosi al Tribunale, proponga ai creditori, con l’ausilio degli organismi di composizione della crisi, un accordo di ristrutturazione dei debiti.

Questo avviene sulla base di un piano che assicuri il regolare pagamento dei creditori estranei all’accordo stesso: condizione affinché il piano di rientro venga avviato, infatti, è da sua accettazione da almeno il 60% dei creditori chirografari.

«Il piano prevede – spiega Alfredo Cerabino – le scadenze e le modalità di pagamento dei creditori, suddivisi in classi, le eventuali garanzie rilasciate per l’adempimento dei debiti, le modalità per l’eventuale liquidazione dei beni; il piano, inoltre, può anche prevedere l’affidamento del patrimonio del debitore ad un fiduciario per la liquidazione, la custodia e la distribuzione del ricavato ai creditori».

«Per la redazione del piano di rientro – ha concluso il presidente della “Securitas Mundi” – il debitore è obbligato ex lege a fornire tutta la documentazione necessaria per la quantificazione del debito e mettere a disposizione i propri beni e patrimonio: la procedura prevista dalla Legge 3/2012 è complessa e richiede, per il professionista incaricato, la perfetta conoscenza della posizione debitoria di chi vuole accedervi».

Tra i creditori si possono annoverare anche le banche ed Equitalia; per i fornitori, inoltre, la Legge salva-suicidi prevede delle agevolazioni fiscali in quanto questi percepiranno delle cifre inferiori rispetto a quelle pattuite precedentemente.

La “Legge salva suicidi” L. 3/2012 stabilisce tre diverse modalità di assolvimento dei propri doveri nei confronti dei creditori, ovvero:

– piano del consumatore: è il debitore, ovvero il privato cittadino, a proporre un piano di pagamento rateizzato dell’importo dovuto ai creditori; la proposta dovrà essere omologata dal Tribunale;

– accordo del debitore: enti e imprese non fallibili, ma anche privati cittadini, presentano il proprio piano di pagamento che dovrà essere accettato dal 60% dei creditori ed omologato dal Tribunale;

– liquidazione del patrimonio: il debitore cede il proprio patrimonio – come una casa – per il pagamento del debito, nella misura delle proprie reali disponibilità. I beni esclusi dalla cessione al creditore sono quelli non pignorabili, i crediti necessari per alimentazione e mantenimento, e quelli derivati da stipendio nella misura di quanto necessario per il mantenimento della famiglia.

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