Lecce

Cultura e continuità esistenziale nella malattia: l’esperienza della Scuola in Ospedale a Lecce

Il progetto è nato sette anni fa nell’Oncoematologia Pediatrica del Polo Oncologico. Il prossimo 4 ottobre medici, esperti e docenti ne parleranno in un convegno nelle Officine Cantelmo

LECCE – La Scuola in Ospedale, per sentirsi a casa. L’esperienza dell’Oncoematologia Pediatrica è il fulcro del convegno, dal titolo “Cultura e continuità esistenziale nella malattia. L’esperienza della Scuola in Ospedale a Lecce”, in programma il prossimo 4 ottobre 2019 nelle Officine Cantelmo di Lecce (ore 8,30). Si parlerà della malattia oncologica e di come questa possa cambiare la vita dei piccoli pazienti e delle loro famiglie, ma anche e soprattutto della possibilità che gli viene offerta di ricucire il tessuto lacerato della quotidianità a partire proprio dal ritrovare, in una insospettabile quanto colorata corsia d’ospedale, banchi, libri, quaderni e, naturalmente, gli insegnanti.

Un esperimento riuscito, che ha avuto il suo battesimo nel Polo Oncologico dell’Ospedale Vito Fazzi circa sette anni fa ed è nato su impulso della Direzione della UOC Oncoematologia Pediatrica e dell’Associazione Genitori “Per un sorriso in più”. «L’Unità Operativa e l’Associazione Genitori – spiega Assunta Tornesello, direttore dell’Oncoematologia Pediatrica – si sono così fatte promotrici della nascita di un servizio fondamentale nel permettere ai bambini e ai ragazzi impegnati nel loro percorso di cura di mantenere la continuità formativa scolastica, variabile che rappresenta una parte fondamentale, soprattutto nell’età dello sviluppo, della continuità esistenziale».

«Un elemento – afferma lo psicologo Paolo Colavero, dell’Associazione Genitori “Per un sorriso in più” – da tenere quindi nella massima considerazione sulla via della completa guarigione dei piccoli pazienti. L’idea del convegno – continua – nasce proprio con l’intento di sottolineare il contributo di queste buone pratiche e valorizzare così l’esperienza accumulata negli anni dal corpo docente della Scuola in Ospedale, nonché di rilanciare ulteriormente il lavoro della SIO verso nuovi orizzonti di metodi e collaborazione tra Istituzione Sanitaria, volontari, operatori sanitari e personale docente tutto”.

La Scuola in Ospedale: un progetto nazionale del MIUR

La Scuola in Ospedale (SIO) è un progetto nazionale del MIUR che, oltre a consentire la continuità degli studi, garantisce alle bambine e i bambini – come alle ragazze ed ai ragazzi ricoverati – il diritto ad apprendere anche in ospedale e nonostante la malattia. La SIO contribuisce a garantire quindi il diritto a custodire e far progredire il personale progetto di vita, spesso appena iniziato, e a tutelare e salvaguardare quindi la fondamentale continuità esistenziale di vita dei piccoli pazienti.

Scopo principale delle attività svolte con i degenti in età scolare è quello di aiutarli a continuare il percorso emotivo, cognitivo e didattico che permetta loro di mantenere i legami con il proprio ambiente di vita scolastico. Sono presenti sul territorio nazionale 167 sezioni ospedaliere che vedono coinvolti 765 docenti e migliaia di alunni.

Il convegno del 4 ottobre e l’esperienza sul campo

La mattinata di studio, organizzata dall’Unità di Oncoematologia Pediatrica e dall’Associazione Genitori “Per un sorriso in più” (che finanzia l’evento) in collaborazione con l’Unità di Chirurgia Pediatrica diretta da Carlo Rossi, avrà tra i relatori docenti e professionisti esperti del campo, provenienti anche da fuori regione (tra gli altri i dirigenti scolastici capofila nazionale e regionale della SIO) e sanitari (infermieri, psicologi e medici).
Destinatari del convegno sono docenti e dirigenti scolastici delle scuole della Provincia, che dalle relazioni potranno conoscere meglio una realtà consolidata nel territorio alla quale così potersi affidare con più fiducia e sintonia nel caso di bisogno. Destinatari sono anche gli operatori dell’ASL, pediatri di libera scelta e ospedalieri, educatori, assistenti sociali, infermieri, operatori poi dei reparti di Oncoematologia Pediatrica, di Pediatria e di Chirurgia Pediatrica, luoghi nei quali più esiste il bisogno di portare avanti e non interrompere la continuità scolastica e quindi di vita dei ragazzi ricoverati.

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