«La restituzione finale del percorso laboratoriale non ambisce alla compiutezza di una drammaturgia teatrale convenzionale, obiettivo che avrebbe tolto spazio al processo di ricerca individuale e collettiva a favore di una apparente professionalità della confezione», sottolinea Alessandra De Luca. «Ci è sembrato più interessante invece pensarla e strutturarla come la raccolta di appunti di viaggio, l’esposizione cruda e la giustapposizione di momenti di un processo incompiuto ma vivo, come deve esserlo ogni processo autenticamente creativo. Non uno spettacolo dunque, quanto un percorso che attraversa più ambiti connessi sia al teatro che alla società, per la dimensione ludica e comunitaria con cui sono stati affrontati. Il teatro è stato dunque il mezzo di una comunicazione sociale e allo stesso tempo anche di espressione individuale e di progettazione condivisa», continua l’attrice e regista. «L’operare artistico, in qualunque forma si realizzi, ha come precondizione necessaria quella dello straniamento dello sguardo, cioè osservare il proprio oggetto con occhi diversi per poterlo meglio comprendere. Noi speriamo che l’interesse di questa restituzione possa risiedere in un doppio straniamento, ovvero nell’opportunità di gettare uno sguardo sul nostro piccolo villaggio, Cursi, e allo stesso tempo, attraverso il teatro, sul mondo e più in generale sulle relazioni, sulla convivenza comunitaria, convinti che “necessario non è il teatro ma qualcos’altro. Superare le frontiere tra me e te: arrivare ad incontrarti per non perderti più tra la folla […] Non nascondermi più, essere quello che sono. Almeno qualche minuto, dieci minuti, venti minuti, un’ora. Trovare un luogo dove un tale essere in comune sia ancora possibile…” come scriveva il regista teatrale polacco Jerzy Grotowski», prosegue Alessandra De Luca. «Proprio in questa direzione in questi due anni di laboratorio teatrale, grazie al progetto Viva, abbiamo cercato di camminare insieme, e a conclusione di questo percorso forse siamo riusciti a restituire un po’ di quella “gioia ai giorni” auspicata dai versi di Vladimir Mayakovsky (“Bisogna strappare la gioia | ai giorni futuri. | In questa vita non è difficile morire. | Vivere è di gran lunga più difficile”) che hanno ispirato il titolo di questo laboratorio. Speriamo che sia solo l’inizio».
Sostenuto dal Bando Volontariato 2019 di Fondazione Con il Sud, promosso da Ecomuseo della Pietra Leccese (capofila), Coolclub, 34° Fuso, Gruppo Fratres di Cursi, Lilt – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Lecce, il progetto nei tre comuni coinvolti (Cursi, Castrignano de’ Greci e Corigliano d’Otranto) ha proposto l’apertura di un’Officina dei saperi, la realizzazione di un fitto calendario di eventi di socialità e di formazione, l’attivazione di una Banca del tempo e l’apertura della Scuola Viva! sul paesaggio con oltre 300 ore di lezioni di corsi brevi su aspetti botanici del paesaggio, strategie per la rigenerazione artistica dei luoghi, processi innovativi e partecipativi di gestione dei beni comuni, strumenti per la descrizione digitale dei luoghi, sviluppo di contenuti e tecnologie digitali, didattica museale, comunicazione e promozione turistica.
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