I reati sono stati commessi a Uggiano la Chiesa, Otranto e Maglie nel periodo compreso fra il 2012 e il 2016.
La vicenda che dà l’avvio alle attività investigative ha inizio nel 2015, quando un cittadino di Otranto si rivolge al Commissariato per denunciare un’attività estorsiva perpetrata nei suoi confronti, in quanto un 23enne di Giurdignano, suo ex dipendente, dietro la minaccia di ritorsioni e danni alle sue proprietà e ai famigliari lo costringeva a consegnargli delle somme di denaro.
Gli investigatori riuscirono a documentare ben 6 episodi di estorsione nel periodo compreso fra marzo e luglio 2014.
La vittima, sentita più volte presso il Commissariato di Otranto, riferiva in maniera chiara e inequivocabile le attività estorsive perpetrate in suo pregiudizio.
L’estorto svelava, peraltro, di avere contattato un centro antiracket–antiusura di Bari nel momento in cui aveva esaurito ogni disponibilità economica e di essere stato incoraggiato a denunciare i fatti, cosa che infatti decise di fare non da ultimo in considerazione del fatto che, comunque, non sarebbe più stato in grado di pagare il suo estorsore.
Questo contatto con il centro antiracket di Bari avvenne, però, circa quattro mesi prima del momento della denuncia, mesi durante i quali l’imprenditore avrebbe continuato a pagare il suo estorsore.
La curiosità degli investigatori che si chiedono e chiedono all’estorto dove abbia recuperato le ulteriori somme che gli avevano consentito di pagare ancora sino a giugno il suo estorsore è la vera chiave di volta dell’indagine ed è il momento della genesi di quella sull’usura.
L’estorto, infatti, riferisce di avere ricevuto in prestito le somme di denaro da conoscenti di Maglie ai quali dovrà restituirle integralmente pagando un tasso di interesse superiore al 30% annuo.
E’ da qui che nasce l’indagine sull’usura. Individuati i due usurai di Maglie, due coniugi, si avviava, mediante intercettazioni telefoniche dei medesimi e di alcune delle vittime, l’attività investigativa che consentiva di acclarare l’attività usuraia e di individuare le somme prestate, i tassi usurai e alcune vittime.
Ne seguivano delle perquisizioni che consentivano di reperire materiale utile alle indagini; in particolare il sequestro di alcuni libri mastri contenenti la contabilità relativa all’attività illecita, in cui erano registrati i diversi movimenti riferibili alle somme versate ed i tassi di interesse applicati.
Il momento topico dell’indagine si realizza quando gli investigatori riescono a intervenire in flagranza di reato mentre una delle vittime consegna una somma di danaro.
La successiva attività del Commissariato consentirà di individuare una cassetta di sicurezza in una banca di maglie con 120.000 euro in contanti.
Il denaro prestato a tassi usurai andava da alcune decine di migliaia di euro per alcune vittime a duecentomila euro per una di esse.
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