BARI – Specialista e virtuoso di viola d’amore, strumento che conobbe una grande fortuna tra Seicento e Settecento, Raffaele Tiseo ha collaborato con Vinicio Capossela in qualità di esecutore, arrangiatore e direttore d’orchestra per gli album «Ballate per uomini e bestie» e «Bestiario d’amore». E giovedì 9 dicembre (ore 20.30), nel Circolo Unione del Petruzzelli di Bari, è protagonista del concerto «Plaisir d’amour» con l’Ensemble di musica antica La Burrasca nel quale militano Mario Ricciardi al flauto traversiere, Gioacchino De Padova alla viola da gamba e Pierfrancesco Borrelli al clavicembalo. L’appuntamento, realizzato in collaborazione con Sentieri Armonici, rientra nella programmazione del festival Anima Mea che, venerdì 10 dicembre (ore 20.30), si concluderà all’Auditorio San Luigi di Trani con lo spettacolo Dancing Bass, omaggio alle antiche danze del XVII e XVIII secolo, dalla sarabanda alla giga, messe in relazione dall’Ensemble I Ferrabosco con le creazioni di Elisa Barucchieri, coreografa che parla la lingua dei nostri giorni.
Ma prima, riflettori puntati sulla viola d’amore, strumento particolare e affascinante che conobbe la massima gloria nei secoli Diciassettesimo e Diciottesimo, diffondendosi dapprima in Inghilterra, poi nel resto d’Europa, soprattutto in Austria, Boemia, Germania e Italia. Nella sua forma moderna ha dimensioni simili alla viola, ma il suo fascino peculiare risiede nel timbro ricco di armonici e risonanze, determinato dalla presenza di un doppio ordine di sei o sette corde: uno alla tastiera, sul quale agisce direttamente l’arco, e l’altro posto sotto la tastiera, costituito da altrettante corde vibranti per simpatia.
Lo scrittore John Evelyn, il primo a menzionare lo strumento nel 1679 come «viol d’amor», descrisse per l’appunto il suo timbro come «il più dolce e il più sorprendente» mai ascoltato. Attilio Malachia Ariosti, musicista e compositore bolognese, fu uno dei primi virtuosi dello strumento: stabilitosi a Londra nel 1716 suonò per la prima volta una «sinfonia» per viola d’amore tra gli atti dell’Amadigi di Georg Friedrich Händel. La composizione di Ariosti proposta dall’Ensemble La Burrasca è contenuta in una silloge di quindici sonate per viola d’amore e basso continuo tratte da un manoscritto copiato verosimilmente nel 1718 da Johan Helmich Roman durante un soggiorno a Londra e custodito a Stoccolma. Il programma è arricchito, inoltre, da alcune sonate a tre per flauto traversiere, viola d’amore e basso continuo, una di Georg Philipp Telemann, un’altra di Jean-Baptiste Lœillet e la terza di autore anonimo. Quest’ultima, copiata dal famoso violinista Johann Georg Pisendel per la Hofkapelle di Dresda nel primo ventennio del Settecento, conduce a Pierre-Gabriel Buffardin, flautista e compositore alla corte di Federico Augusto I, principe elettore di Sassonia e maestro a Costantinopoli tra il 1712 e il 1715 dell’oboista Johann Jacob Bach, fratello maggiore di Johann Sebastian, autore cui viene attribuita la Sonata per flauto traversiere (oboe) e basso continuo in Do minore che completa il concerto.
Su www.animamea.it tutti i dettagli per le prenotazioni e i biglietti, che possono essere acquistati anche direttamente all’ingresso del concerto.