Le dichiarazioni di Pellegrino-Zuppa
FOGGIA – “Proprio nel giorno in cui la nostra leader Giorgia Meloni ha consegnato, al Capo dello Stato Mattarella, le 100 mila firma contro lo Ius Soli, il comando provinciale dei carabinieri di Foggia ha arrestato tre stranieri che reclutavano italiani per far contrarre matrimoni all’estero, dietro compenso di circa 2 mila euro.
La cerimonia veniva svolta in Marocco, successivamente veniva chiesto, presso l’ambasciata italiana, il visto d’ingresso. Una volta arrivati nel nostro Paese, bastava convivere per il periodo necessario tale da poter ottenere il permesso di soggiorno per poi chiedere la separazione. Più di 15 sono state le unioni avvenute con questa modalità che ha incentivato il già pesante giro d’affari dei migranti.
Non dimentichiamo che il Marocco, poi, è tra i Paesi più a rischio circa la pratica delle spose bambine. Nel settembre di questo anno, nel rapporto periodico sul grado di tutela delle libertà civili, il Consiglio dei diritti dell’ONU ha indicato a questo Paese circa 244 raccomandazioni. Rabat ne ha accolte solo 191, scartando proprio quella, tra le altre, che riguarda la limitazione dell’età per contrarre matrimonio.
L’Italia non è immune da questa che è da definirsi una vera e propria tratta. Infatti, nel nome dell’Islam, ogni anno, 2 mila bambine nate e cresciute nella nostra Penisola, sono obbligate a sposarsi nel loro Paese d’origine perché da noi non è consentito. Secondo il codice civile ( art. 84), un minore italiano può essere autorizzato solo dal giudice a contrarre matrimonio e l’età minima è di 16 anni. L’iter è il seguente. In Italia avviene l’accordo: i genitori della bimba la promettono in sposa a un uomo più grande in cambio di denaro e mantenimento della stessa. Dopodiché, la sposa viene tratta con l’inganno o con la consapevolezza del suo destino nel Paese di appartenenza dove avvengono le nozze. Per la legge islamica le donne raggiungono la maggior età a 9 nove anni e questo basterebbe a giustificarne il matrimonio precoce.
La tanto sbandierata “integrazione”, senza regole, dovrebbe mirare a insegnare la cultura alla vita, all’autodeterminazione e al rispetto: sarebbe un primo tassello per garantire un futuro alle nuove generazioni. “
È quanto si legge in una nota congiunta del coordinatore nazionale del Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia Cinzia Pellegrino e Antonella Zuppa referente per Foggia e provincia.