Le dichiarazioni del presidente Gruppo consiliare LeU/I Progressisti Regione Puglia
BARI – “Nell’intero procedimento referendario per l’istituzione del nuovo comune di Presicce-Acquarica del Capo, in merito al quale il Consiglio regionale è stato chiamato oggi ad esprimersi vi sono molteplici gravi irregolarità, vizi di illegittimità e, persino, profili di incostituzionalità”. A rivelarlo è il Presidente del Gruppo consiliare LeU/I Progressisti, Ernesto Abaterusso, intervenuto oggi nel dibattito in Aula sul DDL in materia di “Istituzione del nuovo comune di Presicce-Acquarica, derivante dalla fusione dei comuni di Presicce e Acquarica del Capo“. “Il processo di fusione dei comuni non dovrebbe mai essere oggetto di forzature, bensì il simbolo tangibile della fiducia e della convinzione dei cittadini coinvolti nel progetto. Questo, per le due comunità salentine, non è avvenuto. Ciò mi ha portato oggi a non assecondare l’approvazione di questa legge” spiega Abaterusso.
“Pur essendo presente nell’atto di indirizzo per la fusione dei comuni di Acquarica e Presicce – spiega Abaterusso – l’impegno da parte dei due soggetti a garantire il massimo coinvolgimento della cittadinanza, che doveva concretizzarsi già nella fase di impostazione, progettazione e analisi del progetto di fusione, ciò non è avvenuto. Non vi è stata, infatti, alcuna attività di partecipazione, di coinvolgimento, di acquisizione di pareri e suggerimenti da parte dei cittadini. E pur tuttavia, di fronte a questa inerzia delle amministrazioni comunali, si è deciso comunque l’estate scorsa, in maniera inspiegabile, di riprendere il procedimento referendario e di indire a stretto giro la fata delle consultazioni, saltando di fatto il fondamentale passaggio del democratico coinvolgimento delle comunità interessate“.
“Peraltro, sono state violate alcune leggi, come la L.R. n. 34/2014 che all’art. 6 comma 5 prevede che il progetto di legge regionale deve comprendere, tra le altre cose, una proposta di riorganizzazione e gestione dei servizi sul territorio interessato che ne evidenzi i vantaggi e che nel DDL 184 del 2018 non è presente. Si viola anche la L.R. n. 27/1973 che regolamenta lo svolgimento dei referendum abrogativi e consultivi e che spiega come questi ultimi debbano svolgersi nel periodo compreso tra il 1 marzo e il 30 giugno di ogni anno. Inoltre, sempre la legge regionale, dice che la data di consultazione è ordinariamente fissata in concomitanza a quella di referendum nazionali e/o regionali, eventualmente già indetti o, in mancanza, a quella delle elezioni amministrative per almeno uno dei comuni interessati. Motivo per cui la data del 16 dicembre disattende questa chiara prescrizione temporale” prosegue Abaterusso.
“Sono state violate anche la L.R. n. 27/1973 e la Legge dello Stato n. 40/1979 in quanto nessuno dei due comuni interessati al referendum ha previsto in favore dei cittadini residenti all’estero le prescritte facilitazioni di viaggio per recarsi a votare né ha dato alcuna comunicazione in tal senso o ha provveduto a spedire le cartoline di avviso con la data delle votazioni nei termini prescritti dalla legge. Prova ne sono le numerose richieste di informazione giunte dai cittadini residenti all’estero” aggiunge il Presidente del Gruppo consiliare LeU/I Progressisti.
“Infine, il Disegno di Legge prevedeva che il comune unico costituito mediante fusione dei comuni di Presicce e Acquarica fosse istituito a decorrere dal 1 luglio 2019 e che a partire da quella data e fino alle amministrative del 2020 le funzioni degli organi di governo del nuovo comune fossero esercitate da un commissario coadiuvato da un comitato consultivo composto dai sindaci in carica prima dell’istituzione del nuovo soggetto. Ora mi chiedo: perché se le elezioni amministrative sono fissate per maggio 2019 e le regole referendarie vigenti al momento del voto espresso dai cittadini prevedevano l’estinzione dei comuni a partire dal 1 luglio 2019, le carte in tavola sono state cambiate improvvisamente? Le regole imponevano che si svolgessero regolarmente le elezioni a maggio per le elezioni dei nuovi sindaci, unici legittimati a svolgere funzioni di grandissimo e decisivo rilievo, ovvero coadiuvare il commissario nel delicato processo di fusione. Invece con un emendamento si decide di stravolgere tutto e di cambiare le regole del gioco anticipando la data di fusione dal 1 luglio al 15 maggio 2019. Si dice che a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina. Ecco, non vorrei che con questa scelta si sia preferito anteporre l’interesse personale dei sindaci attualmente in carica ad assicurarsi illegittimamente, oltre la durata del proprio mandato, il ruolo di componenti del comitato consultivo. Spero di sbagliarmi” aggiunge ancora Abaterusso.
“Ci sarebbe piaciuto esprimerci oggi su un testo che rispettasse i diritti dei cittadini, che fosse coerente con quanto approvato inizialmente e che non si esponesse al vizio di incostituzionalità. Così non è stato e per questo io e il mio Gruppo abbiamo deciso di astenerci” conclude il Presidente del Gruppo consiliare LeU/I Progressisti.
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