Tubazioni obsolete, irrigazioni interrotte, la “questione acqua” è un calvario per gli agricoltori
TARANTO – Attraverso una nota ufficiale, il Consorzio di Bonifica Stornara e Tara ha risposto alle reiterate comunicazioni di CIA Due Mari (Taranto-Brindisi) riguardanti le situazioni di difficoltà di approvvigionamento idrico per gli agricoltori della provincia di Taranto. Difficoltà rinvenienti dalle modalità di distribuzione dell’acqua dalle dighe lucane di San Giuliano e Monte Cotugno gestite dalla Basilicata.
“Ringraziamo per la risposta e le rassicurazioni che ci sono pervenute dopo un lungo silenzio“, hanno dichiarato il presidente e il direttore provinciali di CIA Due Mari, rispettivamente Pietro De Padova e Vito Rubino. “Il Consorzio di Bonifica Stornara e Tara ha inteso rassicurarci sulla volontà, anche da parte degli enti lucani, di garantire le giuste quantità d’acqua che permettano ai nostri agricoltori di fare irrigazione. E’ dall’inizio dell’anno che mettiamo in evidenza il disagio e le difficoltà degli agricoltori pugliesi. Oggi, a distanza di mesi, ci arriva una prima risposta. E’ un inizio. Speriamo sia l’auspicio per la risoluzione concreta di tutti i problemi evidenziati“, hanno aggiunto i dirigenti di CIA Due Mari. “Vogliamo cogliere l’occasione, però, per evidenziare un altro problema: per la quarta volta, negli ultimi 7 mesi, si è rotta una tubazione che porta acqua al quarto lotto in agro di Ginosa Marina dal bacino in contrada Girifalco. Da 4 anni è fermo un progetto da 8 milioni di euro per questa condotta obsoleta di circa 5 km che è a servizio di un territorio di 2000 ettari. Solo nel 2020 si sono verificate quattro rotture che comportano un notevole esborso di risorse, stiamo parlando di circa ventimila euro per volta e un fermo nell’erogazione idrica. Ai dirigenti del Consorzio Stornara e Tara è dal 2017 che gli agricoltori chiedono di risolvere questo problema“, hanno rilevato De Padova e Rubino. “Con quali interventi o con quali tempistiche i dirigenti dello Stornara e Tara intendono affrontare e risolvere questo problema? Le risposte vanno date più celermente agli agricoltori. La rottura delle condotte rappresenta un doppio danno alla Comunità: da una parte s’impedisce alle aziende agricole di usufruire di un servizio fondamentale, dall’altra si dilapidano migliaia di euro per gli interventi di ‘rattoppo’ che non risolvono nulla e rimandano soltanto al prossimo guasto. A noi non interessa fare polemica, ma è nostro preciso dovere rappresentare alle autorità quelle che sono le legittime e sacrosante istanze dei nostri agricoltori, persone che lavorano tutti i giorni e in ogni condizione, aziende costrette ad affrontare una lunga serie di problematiche alle quali si aggiungono le inefficienze, i ritardi e le lacune di un sistema che ancora non garantisce servizi efficienti. Continueremo a farlo, perché le esigenze dell’agricoltura devono essere una priorità e i diritti degli agricoltori vanno rispettati. Non dimentichiamolo mai: il comparto primario è la prima industria a cielo aperto della nostra regione, da cui dipende il sostentamento di migliaia di persone“.