Un caso di demenza ogni tre secondi, più di 70 mila in Puglia. Gli Psicologi di Puglia “Potenziare le cure non farmacologiche aumenta l’aspettativa e la qualità di vita dei malati di Alzheimer”
BARI – Domani, sabato 21 settembre, si celebra la giornata mondiale dell’Alzheimer, una malattia che avanza sempre più velocemente sia nel numero delle persone colpite, sia nell’età in cui si avvertono i primi sintomi. Si stima che in Italia i malati siano più di un milione, e più di 70mila sono i casi in Puglia. Il Presidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia spiega che “La patologia neuro degenerativa dell’Alzheimer colpisce intere famiglie, che troppo spesso si trovano sole a fronteggiare il dramma di un malato in casa. La quotidianità viene stravolta e la stabilità emotiva viene messa a dura prova, nonostante l’affetto che lega la famiglia al malato“. Il dottor Di Gioia ritiene che “Crea-re una rete di accoglienza che aiuti il malato a non sentirsi solo e a mantenere per quanto più tempo possibile un’indipendenza sufficiente ad affrontare l’ambiente circostante e compiere azioni quotidiani in autonomia, condizione che viene totalmente a mancare nello stadio finale e più grave della malattia, rendendo completamente incapace di badare a se stesso chi ne è affetto”. Il Presi-dente Di Gioia afferma che la consulenza di un terapeuta è fondamentale per ritardare il progredire della malattia utilizzando gli strumenti a disposizione in questo modo: “Purtroppo non esiste ancora una cura definitiva per l’Alzheimer, ma siamo convinti che affrontare i primi sintomi con trattamenti di training e cure non farmacologiche, possa assicurare un rallentamento nello sviluppo della malattia, aumentando l’aspettativa e la qualità della vita del malato, oltre a quella delle persone che gli sono intorno.”
La dottoressa Giovanna Pontiggia, Segretario dell’Ordine, invita alla collaborazione tra istituzioni e cittadinanza: “La sinergia tra cittadini, attività commerciali e istituzioni, comprese le forze dell’ordine, è fondamentale per eliminare molti degli ostacoli della vita quotidiana, può inoltre dare una mano significativa a chi è affetto da questa patologia che, oltre a togliere la memoria, può distruggere la dignità di chi ne è affetto con il rischio di compiere gesti estremi in momenti di lucidità. Relazionarsi con l’ambiente circostante potendo contare sulla collaborazione attiva della comunità può rappresentare un’ottima base sulla quale costruire una reale rete di aiuto e solidarietà. Si deve alleviare la solitudine di chi cura e costruire spazi di respite care per prevenire forme di stress e patologie nei caregiver“.
Appare quindi indispensabile offrire ai familiari formazione specifica, supporto psicologico adeguato che aiuti a gestire il gravoso carico emotivo-affettivo ed assistenziale e favore un migliore qualità di vita.
Concludendo, Di Gioia sottolinea: “Di fondamentale importanza è anche aiutare i familiari e i caregiver del malato di Alzheimer con programmi di supporto psicologico sia per gestire le difficoltà organizzative legate all’ assistenza, sia per contenere il dramma emotivo che comporta la malattia“. “È necessario intervenire tempestivamente nella diagnosi precoce. Soltanto agendo sollecitamente avremo la possibilità di offrire le cure adeguate con interventi multidisciplinari, riducendo peraltro di quasi la metà i costi totali all’anno per malato“.