Le Delegazioni di migliaia di volontari della Fondazione, diffusi e attivi in tutte le regioni, apriranno infatti oltre duecento luoghi speciali che saranno visitati da studenti iscritti al FAI con la propria classe. Le classi “Amiche FAI” saranno accolte da migliaia di ragazzi e condotte alla scoperta di chiese, palazzi, parchi e giardini storici, monumenti e istituzioni del loro territorio, che ne racconteranno la storia, ne sveleranno i capolavori e i particolari curiosi, proponendo ai loro pari un’esperienza memorabile, che li motiverà a farsi cittadini più consapevoli e attivi, primi difensori e promotori del patrimonio culturale dell’Italia.
Le Giornate FAI per le Scuole si confermano un’esperienza formativa di grande efficacia e soddisfazione per tutti: un progetto che trasforma, ispira per il futuro, rende protagonisti e diffonde passione per la conoscenza, da cui scaturisce il desiderio di proteggere quel patrimonio per sempre e per tutti, come è descritto nella missione del FAI.
La tredicesima edizione delle Giornate FAI per le Scuole si svolge con il Patrocinio della Commissione europea, del Ministero della Cultura, di Regione Puglia, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Si ringrazia Fondazione CARICAL per il contributo concesso. RAI è Main Media Partner dell’iniziativa.
Il progetto sarà sostenuto anche quest’anno da AGN ENERGIA, da nove edizioni sponsor principale dell’evento, sempre sensibile al rispetto per l’ambiente e alle iniziative che coinvolgono la scuola. In occasione delle Giornate FAI per le scuole verrà infatti lanciata una nuova edizione del contest online #LATUAIDEAGREEN: gli studenti potranno scegliere l’opera di street art che ritengono più significativa per riflettere sul tema della scarsità idrica e potranno vincere un kit per lo sport e il tempo libero.
BARI
Banca d’Italia
Il palazzo fu costruito nel 1926 su progetto dell’architetto Accolti Gil, su un’area di circa tremila metri quadrati che in precedenza ospitava il Mercato Coperto. I lavori durarono sei anni e il taglio del nastro avvenne nell’ottobre del 1932, per trasferirvi gli uffici della Banca d’Italia dalla sede originaria di Via Cairoli. Il palazzo si sviluppa su quattro livelli più un seminterrato.
Elementi di pregio sono il salone di rappresentanza con le sue vetrate in stile liberty, l’ampia scalinata che conduce alla volta e vari bassorilievi in marmo di Carrara. Al primo piano si incontra la Sala Consiliare, con il suo enorme lampadario centrale, il bel soffitto a cassettoni e l’ufficio del direttore, che conserva ancora l’arredamento del 1934. Nella Sala Consiliare è conservato un busto in bronzo raffigurante Vittorio Emanuele III, ritrovato solo pochi anni fa nel seminterrato dell’edificio. Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo statale “G. Bianchi Dottula” e I.I.S.S. “Giulio Cesare”
CONVERSANO (BA)
La città medievale e le mura arcaiche
Come la città antica, anche Cupersanum medievale dovette conservare una situazione di arroccamento, determinata dalla naturale posizione pressoché isolata dell’altura e accentuata dal baluardo della cinta muraria. Questa, poggiando direttamente sulla roccia di base dei fianchi collinari, creava un netto distacco tra l’interno e l’esterno della città. La fortificazione muraria, segnando il limite urbano, lasciava all’esterno una situazione topografia accidentata e un aspetto naturale costituito dal probabile rivestimento di vegetazione spontanea.
Il circuito di età medievale riprese e consolidò il percorso delle mura megalitiche di età arcaico-classica (VI-V sec. a.C.) sovrapponendosi a esse con i necessari risarcimenti dove si erano verificati crolli e cedimenti. Il prospetto nord-orientale del castello è chiuso a sud da una torre poligonale tardo quattrocentesca e a nord da una slanciata torre cilindrica. Sulla prima è possibile definire con una buona attendibilità la vicenda costruttiva e il rapporto con le strutture precedenti. Sulla seconda rimangono ancora alcuni punti da chiarire, soprattutto per quanto riguarda l’epoca di costruzione e il suo legame con gli ambienti del castello che vi si addossano.
La porta urbana, abbattuta nel XIX secolo, ha il fornice racchiuso tra due torri cilindriche. Questa porta era collocata a una certa distanza dal castello, a cui lo univa un tratto di mura. Proseguendo per San Giuseppe a torre Martinucci in villa Garibaldi, apprezziamo l’edificio tardo seicentesco del conservatorio per giovani donne intitolato a S. Giuseppe e della relativa chiesa. Di notevole interesse, al di sotto del muro esterno del conservatorio, i resti di murature antiche che si conservano alla quota di -3,80 metri rispetto al livello attuale di calpestio. Osservando la situazione attuale tra S. Giuseppe e la “torre Martucci”, si individua il percorso delle mura di epoca arcaica, sulle quali si innesta un apparato murario costituito da elementi abbastanza regolari, che prosegue fino a legarsi con la torre cilindrica. Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo delle scienze umane San Benedetto di Conversano (BA)
La chiesa di Santa Chiara è una delle più antiche della città di Andria. Situata tra piazza Manfredi e Largo Fravina (Piazza Toniolo), risale ai secoli XIII-XIV, epoca dell’arrivo in città sia dei francescani che delle monache clarisse. Fonti storiche riportano che sin dai tempi di Manfredi, figlio di Federico II, la chiesa facesse parte del convento delle clarisse. Il probabile anno di costruzione della chiesa è il 1257. Nel 1528 subì ingenti danni a causa di un saccheggio perpetrato dalle truppe francesi.
Nel 1705 il vescovo di Andria acquistò il convento per istituirvi il seminario vescovile. Nel 1800, dopo una nuova ricostruzione dovuta a un successivo saccheggio francese, si stabilirono nella chiesa le confraternite di Santa Chiara e delle SS. Stimmate, mentre nel XIX secolo il vescovo monsignor Cosenza vi istituì un orfanotrofio e l’ospedale civile. Quest’ultimo rimase in funzione sino al 1945, anno di apertura dell’attuale nosocomio. Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’I.I.S.S. – “G. Colasanto” di Andria (BT)
FOGGIA
Cattedrale
La Cattedrale di Foggia, dedicata a Santa Maria dell’Assunta, fu edificata per volere del normanno Roberto il Guiscardo alla fine dell’XI secolo. L’attuale cripta venne però ricostruita nel XIII secolo nel luogo dove sorgeva l’edificio originario e dove, secondo la tradizione, fu ritrovata l’Iconavetere, la preziosa tavola che rappresenta l’effige rarissima della Vergine Kyriotiss o Madonna dei Sette Veli, oggi custodita nella cappella basilicale. La facciata si mostra in un raffinato stile romanico, presenta cinque arcate cieche al di sopra delle quali è ricavato un ricercato cornicione marcapiano decorato con motivi classicheggianti e figure zoomorfe.
La parte superiore è invece in stile barocco, in quanto la cattedrale romanica subì gravi danni nel terremoto del 1731. Originariamente a croce latina a tre navate, presenta oggi un interno a navata unica per via delle modifiche attuate in seguito al terremoto e adornato da arredi e decorazioni di maestranza napoletana. Interessanti la tela sopraporta di Francesco De Mura e gli angeli capoaltare di Giuseppe Sammartino. Accanto alla Cattedrale sorge la Chiesa dell’Annunziata frutto di varie fasi costruttive. Una prima cappella era nata nel XV secolo come sede della confraternita della SS. Annunziata, priva di accesso autonomo, e collegata alla collegiata di Santa Maria.
Quando la chiesa fu assegnata al convento delle Clarisse venne dotata di una facciata che si addossava, a sinistra, di quella della cattedrale, come risulta in alcune immagini dell’inizio del XX sec.; questa facciata recava l’epigrafe di fondazione, a opera del vescovo Antonio De Sangro, nel 1690: il manufatto è ora conservato presso il Lapidario del Museo Civico e si tratta di un pluteo di marmo del VI sec. riutilizzato. L’attuale facciata, leggermente arretrata e ruotata rispetto al prospetto della cattedrale è stata realizzata nei primi anni del XX secolo, su progetto dell’architetto Carlo Celentani Ungaro: in stile neomedievale mostra un portale archivoltato con una lunetta decorata a bassorilievo con una scena dell’Annunciazione e una bifora, il profilo a capanna è sottolineato da archetti pensili. Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico Lanza Perugini di Foggia.
Il complesso monumentale dei SS. Niccolò e Cataldo rappresenta una memoria storica importante, che attraversa circa sei secoli dalla fine del XII fino a tutto il XVIII secolo. La Chiesa fa parte di un complesso monastico benedettino, costruito nel 1180 fuori dalle mura urbiche, a nord-ovest dell’abitato. Gli Olivetani, subentrati ai Benedettini nel 1494, trasformarono la struttura del cenobio con la sola parziale eccezione della chiesa, affidando gli interventi alle maestranze più significative dell’epoca: Gabriele Riccardi, autore p.e. delle due eleganti acquasantiere e della statua di S. Nicola, e Giuseppe Cino, cui è attribuito il rifacimento della facciata terminato nel 1716.
La chiesa è un gioiello del Romanico pugliese con istanze culturali nordiche, bizantine e arabo-islamiche. Nella facciata si riscontra un perfetto equilibrio tra il passato medievale e il gusto barocco. L’impianto è di tipo basilicale con tre navate orientate. All’incrocio tra il braccio longitudinale e quello trasversale svetta l’alto tamburo della cupola. La veste pittorica conserva tracce dell’età tancrediana, lacerti di affreschi quattrocenteschi e una decorazione delle volte completata nel 1600. Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Calasso e dell’Istituto Virgilio di Lecce.
Per informazioni www.faiscuola.it; www.giornatefaiperlescuole.it
Mail scuola@fondoambiente.it
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