‘Idee visuali’, a Otranto la personale dell’artista Giuseppe Calonaci

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giuseppe calonaci foto con opera

Il vernissage della mostra – visitabile fino al 25 settembre – è previsto per venerdì 10 settembre h 19 nella sede di GERMINAZIONI IVª.0, via S. Francesco di Paola 31 a Otranto

OTRANTO (LE) – Firenze, Milano, Venezia, Parigi, Montreal, Tokyo, Arabia Saudita, Madrid, San Pietroburgo sono sono alcune delle innumerevoli località che hanno ospitato le oltre settanta personali dello scultore senese Giuseppe Calonaci, esponente di spicco del panorama artistico contemporaneo.

Lista a cui, tra pochi giorni, andrà ad aggiungersi anche la città di Otranto, che si riconferma anche stavolta la cornice perfetta in cui far germinare il seme della cultura.
Sarà intitolata “Idee visuali” la mostra organizzata dalla Galleria GERMINAZIONI IVª.0, che prenderà il via venerdì 10 settembre alle ore 19 in via S. Francesco di Paola 31 e sarà visitabile fino al prossimo 25 settembre.

Opere dense e cariche di energia, quelle del pittore e scultore di Poggibonsi conosciuto ben oltre i confini nazionali, in cui le forme e i colori diventano lo specchio dell’anima e sembrano quasi vivere di vita propria. Perché le vere opere d’arte, che si muovono attraverso le immagini presenti nella mente dell’artista come un lontano miraggio, non solo hanno una forma e un contenuto, ma anche un corpo e un’anima.

Nella composizione di un’opera, Calonaci stabilisce l’accostamento tra colori e forma, il linguaggio si rafforza con il peso e il valore dei colori, privilegiando l’effetto del corpo, creando le condizioni emotive, e ciò rappresenta l’anima dell’opera – spiega Mirella Coricciati, curatrice della mostra e Presidente di GERMINAZIONI IVª.0. È importante anche l’orientamento delle forme e Calonaci lo prevede per creare emozioni nuove, diverse”.

Da qui derivano l’estrema armonia e le metodiche proporzioni che caratterizzano Calonaci, con la sua peculiare volontà interiore di delegare con lucidità le immagini da lui create a rappresentare la sua volontà politica e intellettuale, nel periodo storico che le determinano e al quale le destina. “L’opera è un insieme di forme, di colori. Se è perfetta e tutti i rapporti sono giusti, lo spettatore avrà una sensazione di certezza, un piacere costante, come se ascoltasse una lontana melodia, una stabilità di consenso, una sensazione di equilibrio calcolato durante l’azione creativa, che Calonaci ci regala”.

Una melodia visiva che per due settimane sembrerà permeare i già suggestivi vicoli idruntini, pronta a diffondere un messaggio di speranza e di rinascita, con l’arte e per l’arte. Perché solo l’emozione più pura e recondita, come quella generata dallo slancio creativo di un artista, sa travalicare le barriere e riavvicinare i cuori in un momento in cui le distanze la fanno ancora da padrone.

L’artista
Giuseppe Calonaci nasce a Poggibonsi (Siena) nel 1931, frequenta una Scuola d’arte a Poggibonsi, Piccola Accademia del dopoguerra, con i professori Lionello Bonamici (pittore francese), Pilade Moni, Silvano Bozzolini, Otello Chiti (premio Biennale 1932).
Successivamente a Firenze, con l’“Astrattismo classico”, partecipa alle operazioni culturali del periodo con le Avanguardie Fiorentine alle Gallerie Numero di Fiamma Vigo, a Firenze, Venezia, Roma. Espone al “Giorno” di Milano, con “D’Ars Agency”, a cura di Vittoria Palazzo; alla Reggia di Caserta, a cura di Flavio Quarantotto; alla Galleria Giraldi di Livorno; alla 2B di Bergamo; al Grattacielo Pagani di Milano e, contemporaneamente, presenta le sculture al Parco di Castellanza; in occasione della Biennale di Venezia, presso la Scuola Grande di San Teodoro (a cura della Galleria Numero); al Foro Carolino del Vanvitelli di Napoli, a cura di Flavio Quarantotto.
Già nel 1953, Calonaci dà vita alla “SIVA”, una fabbrica di opere smaltate per la diffusione dell’arte nel sociale dove, in collaborazione con una ventina di artisti, produce opere su acciaio, con smalti cotti a 900°. A proposito dell’arte nel sociale, Andrè Blok scrisse nel ‘55 un importante testo sul tema nella rivista Architecture d’Aujourd’hui.
Tra gli eventi ed esposizioni personali del Calonaci, si ricordano: la Herr Chambliss Fin’ Art di Hot Spring, in Arkansas, dove riceve l’onorificenza di Ambasciatore onorario, firmata Bill Clinton; la “Porta della pace” (bronzo cm. 320×310), Poggibonsi; la “Cattedrale della luce”, edificio in calcestruzzo (alt. 18 metri, base 35) a Barberino Val d’ Elsa (Firenze).
In Giappone, la Maeda Environmental Art acquisisce dipinti e bronzi del Calonaci per l’esposizione a Tokyo (catalogo in giapponese; su “Maeda New”, vol. 67, in copertina la “Pala della memoria”, bronzo, pietra e acciaio alta 12 metri); successivamente espone alla Biot Co Art Gallery Tokio. A Siena, espone al Santa Maria della Scala, a cura di Omar Calabrese. A Firenze è insignito Accademico dell’Accademia delle Arti del Disegno dal Presidente Francesco Adorno.
A Roma, Calonaci espone al Palazzo delle esposizioni e, all’Archivio Centrale dello Stato (EUR), partecipa a “Come l’ombra”, convegno d’arte per Marguerite Yourcenar, tra gli altri Arnaldo Pomodoro, Joseph Beus, Bertina Lopez, a cura di Claudio Crescentini.
A Firenze presenta “Citta Verticali” a Palazzo Pitti, Giardino di Boboli e all’Accademia delle Arti del Disegno, a cura di Enrico Crispolti, Corrado Marsan, Nicola Micieli, testi in catalogo di Luigi Zangheri e Cristina Acidini.
Sempre a Firenze Calonaci è insignito dall’Accademia Internazionale le Muse “Accademico nel nome di Erato”. Tra gli insigniti: Henry Moor, Marc Chagall, Emilio Greco, Giacomo Manzù, Giò Pomodoro, Fernando Botero, Jean Michel Folon, Giuliano Vangi.
Molti sono gli Happening nel mondo, si ricordano: “Stelle nel deserto”, 1995, Palmira (Siria); “Immigrazioni 3”, 2001, Anghòr (Cambogia), “Immigrazioni 4”, 2002, Leptis Magna(Libia).
Nel 2015, a Poggibonsi Calonaci presenta al polo espositivo H-B PARETE OCCUPATA / ASTRATTO CONCRETO, a cura di Enrico Crispolti, Marco Meneguzzo, Nicola Micieli, e Corrado Marsan. Nel 2016 espone a Prato, a Villa Medici, La Ferdinanda, a cura di Nicola Micieli.
A partire dagli anni 2000, Calonaci lavora al progetto di PARETE OCCUPATA / ASTRATTO CONCRETO. L’opera entra nella parete e la occupa. In alcuni casi, la parete entra nell’opera e diventa Forma. Nella sua evoluzione, l’opera assume un nuovo concetto e diventa luogo, come in “Borgata d’Europa”, “Borgata d’Oriente”, “Borgata d’Italia”. Nell’opera del Calonaci si fondono contemporaneamente Arte-Architettura-Tecnologia.
Secondo Calonaci, l’opera è un insieme di forme e di colori. Se questa è perfetta e tutti i rapporti sono giusti, il “riguardante” avrà una sensazione di certezza, una stabilità di consenso, una sensazione di equilibrio calcolato durante l’azione creativa e che il Calonaci ci regala. C’è la volontà interiore dell’artista di proporre un’immagine delegata con lucidità a rappresentare la sua volontà politica e intellettuale, nel periodo storico che la determina e al quale la destina.
A conclusione di un testo:
Nicola Micieli su Parete occupata scrive: … «nella corrispondenza analogica delle variabili formali, rispecchi, come un frattale, un’ipotesi possibile della struttura dell’intero universo».
Marco Meneguzzo su Parete occupata scrive: … «lo spazio visivamente e concettualmente occupato dall’opera, che va ben oltre i confini dell’opera, per occupare lo spazio della parete che, isolando percettivamente l’opera dal resto dello spazio, proprio per questo entra a farne parte».
Enrico Crispolti su Parete occupata, scrive: … «giacché il costrutto formale-compositivo che caratterizza questi suoi dipinti potrà emergere da un campo ben più ampio ambientalmente dunque connesso. E, si potrebbe dire, offrendo al costrutto formale nuove responsabilità comunicative».

La Galleria GERMINAZIONI IVª.0
Le emozioni, le ricerche, gli impeti, la gioia e le introspezioni di ogni artista passano da qui.
La Galleria GERMINAZIONI IVª.0 è uno spazio entro il quale gli artisti si confrontano e crescono insieme ai grandi Maestri dell’Arte; si intrecciano come fossero fili presenti nel percorso dell’Arte Contemporanea, rintracciando i flussi di un’osmotica circolazione culturale nel territorio. Un’officina delle idee, una grande ricchezza di significativi passaggi e di presenze. Un’incisiva tendenza alla sperimentazione, favorita anche da prolungati magisteri artistici che hanno formato tante e diverse sensibilità ed impresso segni durevoli, creando un percepibile humus. È importante avere un filo diretto con quello che questi uomini straordinari, gli artisti, riescono a infondere nell’opera.
L’intento è forte ed emerge con chiarezza, un vero palcoscenico per antonomasia dell’Arte, scaturito da questa complessità e ricchezza, vero groviglio di germinazioni creative, offerte sull’intero contesto come moltiplicatore di idee. Una collezione d’arte contemporanea non può che rappresentare un parziale riflesso del fervore espositivo e di una produzione artistica necessariamente suscettibile di rotazioni e integrazioni. Oggi più che mai, la Galleria GERMINAZIONI IVª.0 amplia questo percorso, con il preciso obbiettivo di un ragionevole potenziamento dell’energia creativa, percepibile nell’allestimento permanente – sempre più lontano dalla staticità di un approccio museale e al tempo stesso più vicino all’idea dell’art shopping – attraverso la messa in luce di personalità artistiche diverse per generazione e per formazione, accomunate da una salda visione della contemporaneità e altrettanto fortemente partecipi del proprio vissuto. Performance espositive, attività editoriali e riflessioni critiche sono alla base di una strategia di visibilità, insieme ad una fitta rete di gallerie.
Una grande sinergia utile al raggiungimento di obiettivi per coinvolgere e collaborare al fine di allargare la presenza e di contribuire all’evoluzione dell’arte e della cultura. Ciò che si offre è un unico e un suggestivo punto di partenza o piuttosto, al contrario, come un temporaneo, provvisorio approdo in un luogo chiamato Magie di un Pensiero o Galleria d’Arte, GERMINAZIONI IVª.0. MI