In suo ricordo
MONOPOLI (BA) – L’anno scolastico 2018/2019 si è concluso per il Polo liceale “G. Galilei-M. Curie” all’insegna del ricordo e degli affetti ritrovati. Nel pomeriggio del 28 giugno, proprio in occasione dell’ultimo Collegio dei Docenti, che rappresenta il commiato ufficiale ad un lungo anno di lavoro e di impegni e l’inizio di una pausa intrisa di riflessioni e bilanci, si è svolta la cerimonia di intitolazione del giardino degli agrumi, adiacente al corridoio centrale dell’Istituto, alla prof.ssa ThérèseGuevel, docente di Lingua e Letteratura francese presso il Polo Liceale, molto amata e stimata, scomparsa prematuramente cinque anni fa.
La cerimonia è stata occasione per ritrovare amici vecchi e nuovi, ex-colleghi, nonché Dirigenti Scolastici degli anni passati, quando non si parlava ancora di Polo liceale e le sedi dei Licei erano disgiunte e distinte, insieme agli organici. La cerimonia è stata introdotta dal Dirigente Scolastico, prof. Martino Cazzorla, che ha ricordato la docente impegnata, sempre prodiga di suggerimenti e di indicazioni anche nei momenti più difficili della malattia, ella stessa fautrice del trasferimento dei Licei nell’attuale sede, che li vede ora coesistere e convivere.
Il Dirigente ha, inoltre, presentato l’opera realizzata per Theresedall’artista Paolo Cataldi e che è stata collocata nel giardino, a Thérèse intitolato. La prof.ssa Maria De Mola, prima di esporre le caratteristiche tecniche e artistiche dell’opera, ha ricordato l’amica e la collega. Non è un caso che l’opera scultorea rappresenti una papera che regge sulle spalle un piccolo: una scelta apparentemente anomala e indecifrabile per una scultura commemorativa, che tuttavia è stata perfettamente illustrata dalla prof. De Mola.
Alla luce del racconto della vita e dell’impegno didattico di Thérèse l’artista Cataldi ha scelto di plasmare nei materiali del nostro territorio l’immagine della papera, non solo perché la stessa Thérèse ne aveva una collezione, ma anche perché un animale all’apparenza privo di pregnanza diventa, nella narrazione della vita di Thérèse, metafora per un modo di vivere e percepire il ruolo dell’insegnante.
La prof.ssa De Mola ha ricordato il valore allegorico di tale animale nei miti e nelle diverse culture antiche e moderne: si tratta di un animale che ha rappresentato buona sorte, ma anche solerzia e solidarietà verso i simili. Tali erano le caratteristiche di Thérèse, immancabile supporto nelle situazioni più difficili, pioniera di iniziative audaci che hanno contribuito sempre alla crescita umana e didattica degli alunni. In un ricorso commosso si sono rievocati i momenti di responsabilità condivise in viaggi di istruzione, quando Thérère diventava il punto di riferimento di colleghi e, soprattutto, studenti, i quali si affidavano a lei come ad una chioccia, accogliente e protettiva, che non lasciava mai indietro nessuno di loro.
La papera del giardino, dunque, rappresenta forza, coraggio, altruismo, abnegazione di fronte al proprio ruolo di educatrice, punto di riferimento amato e ricercato. Il sig. GiovanniCarbonara, marito di Thérèse, ha rievocato un passato fatto di strade a volte tortuose, che si sono incontrate tra la Francia, e la Lione di Thérèse, e Monopoli, che è diventata la sua casa di adozione e di elezione. Manca Thérèse, anche a quanti non l’hanno conosciuta e che nel commosso ricordo degli amici e dei colleghi hanno potuto percepire il pregio autentico e impareggiabile della donna e dell’insegnante.
E sarebbe piaciuta a Thérèse l’idea di campeggiare in un giardino a cui hanno messo mano ragazzi disabili con i loro insegnanti, che è fiorito proprio grazie a loro e grazie a collaboratori e tecnici solerti e generosi, con l’aiuto dello stesso Giovanni, amato compagno di una vita troppo breve. Lei stessa avrebbe scelto quel luogo, così pregno del buon odore della solidarietà e dell’inclusione. Oggi Thérèse è in quella papera che porta sulle spalle un paperotto pronto a spiccare il volo.
Da questo momento, passando per il corridoio centrale e rivolgendo lo sguardo al giardino di Thérèse e alla sua scultura, ognuno di noi dovrebbe ricordare qual è il nostro vero compito di educatori, ovvero quello di sostenere su di sé, accompagnare, guidare, illuminare i più giovani, per poi consentire loro di accingersi al volo con le proprie ali. Questa è la vera eredità che Thérèse lascia a tutti noi e il viatico per intraprendere il percorso della riflessione sul vero ruolo dell’insegnante.
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