Forte il grido di allarme delle organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità e di chi negli anni ha maturato esperienze positive nella valorizzazione delle persone con disabilità
BARI – Le sottoscritte organizzazioni ed associazioni del Terzo Settore (Forum Regionale del Terzo Settore, Anffas Puglia, Federsolidarietà Confcooperative Puglia) manifestano forte timore verso il nuovo regolamento regionale n. 5/2019 sull’ “Assistenza residenziale e semiresidenziale per soggetti disabili– Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) per disabili – Centro diurno socioeducativo e riabilitativo per disabili” e le prime indicazioni operative emanate dalla Regione per l’attuazione dello stesso, perché l’impianto dello stesso porta a ritenere un inaccettabile ritorno per le persone con disabilità a trattamenti socio-sanitari di tipo puramente assistenziale e contenitivo, perdendosi, viceversa, quelle esperienze positive di promozione delle persone con disabilità, specie prive di sostegno familiare, che le comunità ex art. 57 R.R. n. 4/2007 hanno alimentato e maturato in questi anni.
“Nel nuovo Regolamento non si rinviene una presa in carico di tipo multidimensionale per le persone con disabilità essendo solo prevista la modalità di inserimento nelle strutture residenziali o semiresidenziali, quasi che la loro vita possa essere ridimensionata alla sola offerta di un servizio a più alta o meno alta intensità di intervento. La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia sin dal 2009, impone invece di guardare alle persone non come soggetti passivi di un servizio, ma di titolari di un diritto ad una vita piena e di qualità, seppur adeguata supportata”, fa presente Angelo Riccardi, Presidente di Anffas Puglia rientrante nell’unitaria struttura Anffas (Associazione Nazionale delle Famiglie delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale).
Al contrario, sembra che chi ha disegnato l’impianto del nuovo Regolamento abbia predisposto dei contenitori entro cui adattare le persone con disabilità e non si sia invece focalizzato sulla costruzione degli interventi attorno alle necessità, ai desideri, alle aspettative delle stesse persone con disabilità, costruendo l’intervento partendo dalla centralità di ciascuna persona.
Fino ad oggi, ciò è stato garantito da quelle strutture socio-riabilitative che avevano la vocazione di lavorare sulle autonomie possibili delle persone con disabilità, al di là degli interventi di mera assistenza, che corrispondevano specie alle tipologie previste dall’art. 57 del R.R. n. 4/2007 per le persone prive di sostegno familiare (chiamate “del dopo di noi”).
“Col nuovo Regolamento non è chiaro, se le attuali comunità socio-riabilitative ex art. 57R.R. n. 4/2007 dovranno necessariamente strutturarsi come RSA, con un taglio più sanitario, oppure avere la facoltà di scegliere se continuare a prendersi cura delle persone con disabilità secondo gli attuali modelli di promozione della persona” – dichiara Vito Intino (Portavoce del Forum Regionale del Terzo Settore della Puglia, quale organizzazione maggiormente rappresentativa del Terzo Settore).
“Il nuovo regolamento sul punto presenta alcune zone d’ombra e nessuna garanzia, ad oggi, è stata data dagli uffici regionali in merito alla conservazione della tipologia di tali strutture, nel ventaglio dell’offerta socio-riabilitativa delle persone con disabilità”, gli fa eco Daniele Ferrocino, Presidente di Federsolidarietà – Confcooperative Puglia).
Oltre alle giuste rivendicazioni di chiarezza e di garanzia verso gli attuali gestori ed i lavoratori che oggi sono inquadrati nelle stesse, drammatica è la situazione dal punto di vista delle persone con disabilità, dei loro familiari e delle loro associazioni di tutela e rappresentanza.
“Nessun pronunciamento, in questi mesi, è stato dato rispetto al diritto alla continuità assistenziale delle persone con disabilità presenti proprio nelle strutture ex art. 57 R.R. n. 4/2007” riprende il Presidente di Anffas Puglia
Né alcuna indicazione è stata fornita rispetto al mantenimento dei posti d i quei lavoratori che oggi con professionalità ed esperienza operano in tali comunità.
Per questo è stato richiesto un incontro urgente ai referenti politici e tecnici della Regione Puglia al fine di ottenere risposte formali ed inequivocabili rispetto alle questioni di cui sopra ed, in generale, rispetto agli indirizzi che la stessa intende perseguire in tema di residenzialità ed intervento socio-riabilitativo in favore di persone con disabilità grave, in particolare se prive di riferimento familiare.
Obiettivo delle suddette organizzazioni è quello di innalzare il livello di attenzione in merito alle politiche socio-sanitarie e di welfare in tema di disabilità che la Regione Puglia sta portando avanti affinché possano tornare ad essere centrate sui diritti e la dignità della persona e non sui budgets ed il contenimento della spesa.
In assenza di un riscontro tempestivo e soddisfacente è intenzione di queste organizzazioni invitare ad una mobilitazione congiunta tutti i propri aderenti e le persone interessate oltre che perseguire qualsiasi azione sarà ritenuta opportuna per far valere e garantire i diritti delle persone con disabilità.
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