Il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, plaude all’accordo siglato da Anci e Crui

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logo comune LecceAccordo sottoscritto nei giorni scorsi

LECCE – “Un’istituzione universitaria è potenzialmente garanzia di crescita e di miglioramento per il territorio in cui è insediata”. Il sindaco di Lecce Paolo Perrone ‘benedice’ l’intesa tra Anci (Associazione nazionale dei Comuni d’Italia) e Crui (Conferenza Rettori delle Università italiane) che nei giorni scorsi hanno siglato un apposito Protocollo d’intesa per mettere in campo utili sinergie per offrire un contributo concreto e visibile allo sviluppo dei territori urbani e del Paese.

Numerosi sono gli obiettivi che fanno parte di questo accordo: attivazione congiunta di dinamiche di governance locale che coinvolgano altri soggetti istituzionali e sociali del territorio urbano; sottolineatura dei governi cittadini come destinatari del trasferimento della conoscenza scientifica prodotta nelle università; tutela, valorizzazione e garanzia di ‘sostenibilità’ degli immobili legati alle funzioni delle Università; supporto all’espansione dell’imprenditoria giovanile direttamente legata alla ricerca; condivisione delle politiche di attrattività nei confronti delle imprese, così come delle istituzioni di cura e assistenza; attuazione di una politica di residenzialità accogliente e a buon mercato; ripensamento dei trasporti pubblici e della mobilità urbana, con attenzione alle esigenze della popolazione studentesca; promozione tra gli studenti dello sport, come attività sia amatoriale che agonistica nonché come mezzo per superare la disabilità; incremento della offerta di intrattenimento e possibilità di svago di qualità, intesi come complemento positivo dello studio universitario; internazionalizzazione dell’azione e dell’utenza delle università.

“L’Università e il territorio – afferma Paolo Perrone, sindaco di Lecce e vicepresidente vicario dell’Anci, intervistato dal sito dell’associazione – hanno l’esigenza di rafforzare le relazioni, in un’ottica di crescita del capitale umano, occupabilità delle persone e di competitività del sistema socio-economico privato e pubblico. L’integrazione va vista come un valore perché produce innovazione e sviluppo e consente di incentivare la partecipazione, costruire rete, di far incontrare soggetti diversi su interessi comuni”.

“Un’istituzione universitaria – ricorda il sindaco leccese – è potenzialmente garanzia di crescita e di miglioramento per il territorio in cui è insediata. D’altro canto, un territorio che aspira a crescere non può prescindere dalla propria Università: la città ha il dovere di coinvolgerla – per la definizione di programmi di sviluppo, predisposizione di progetti strategici e di sperimentazione della ricerca nella città, nonché mettere gli studenti, i loro luoghi di vita e i servizi ad essi dedicati al centro delle strategie di rilancio urbano”.

“Se cresce l’Università – intesa non soltanto come centro di formazione e ricerca, ma anche e soprattutto, come luogo della salvaguardia della tradizione identitaria, storica e sociale, nonché come centro di studio e di analisi lungimirante rispetto alle proprie potenzialità per il futuro, a breve e lungo termine – si garantisce crescita del capitale umano e, di conseguenza, sociale”, conclude il sindaco Paolo Perrone.

Da parte sua il rettore dell’Università del Salento, Vincenzo Zara, condivide in pieno lo spirito che sta alla base dell’accordo siglato da Anci e Crui. “L’Università rappresenta una ricchezza per il territorio di riferimento, sia dal punto di vista dell’indotto generato nello svolgimento delle proprie attività sia per le iniziative che possono essere promosse nell’ambito delle attività di ricerca e terza missione”, sottolinea il rettore. “In città medio-piccole come Lecce e in territori come il nostro Salento, scarsamente infrastrutturati e con uno sviluppo socio-economico da rilanciare, le attività dell’Università sono ancora più importanti. Per questo molti dei temi di quest’accordo sono da anni oggetto di lavoro congiunto con gli enti territoriali, si tratta adesso di rendere questo lavoro organico e capace di progettazione condivisa”, conclude Zara.