Lo afferma Ernesto Abaterusso
LECCE – Quello che si temeva è successo. Il Governo, firmando il decreto di aggiudicazione del Gruppo Ilva ha deciso di ignorare una richiesta corale di Taranto e della Puglia, espressa non solo dalla Regione, ma dall’intera comunità ionica, sia dal punto di vista della tutela ambientale, sia dal punto di vista della salvaguardia dei posti di lavoro. Con tale scelta scellerata si mandano a casa 10000 lavoratori, non si affronta il problema dell’ambientalizzazione e del passaggio dal carbone al gas e si da il via alla fine della produzione dell’acciaio a Taranto. Ai nuovi acquirenti, infatti, interessano solo le quote per andarle a produrre altrove.
Siamo pertanto sconcertati per le scelte operate dal Ministro Calenda e dal Governo nazionale. A fronte del costante impegno e dei tanti sacrifici richiesti alla comunità tarantina, che contribuisce in modo così significativo ai processi produttivi dell’intero paese, nonostante sia ingiustamente penalizzata, sarebbe stato più corretto valutare meglio tutte le proposte in campo al fine di garantire al contempo la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e la salvaguardia dei posti di lavoro.
Questo incredibile pasticcio, che penalizza Taranto e la Puglia intera, sarebbe stato evitabile se solo il Governo, il Ministero, Teresa Bellanova in primis, che fino a qualche giorno fa sosteneva che il Governo stava seguendo con attenzione la vicenda Ilva e non avrebbe mai lasciato soli i lavoratori (!!!) avessero posto più attenzione verso questo drammatico problema che riguarda la nostra regione. La soluzione scelta dal governo, a cui non è estranea la vice ministro salentina, è assai imbarazzante ed oscura e prima o poi verranno a galla le motivazioni vere che l’hanno sostenuta. Ancora una volta i problemi della Puglia (è già successo per Tap e Trivelle) vengono messi da parte per favorire quelli delle multinazionali così cari ai rappresentanti di questo governo e del Pd.