L’indagine, che ha portato finora all’emissione di 32 ordinanze di custodia cautelare, è stata coordinata dalle Procure distrettuali antimafia di Potenza e Bari: è stata intitolata “Coppia di regine” perché a coordinare lo spaccio vi erano, a Irsina (Matera) e a Gravina in Puglia (Bari) vi erano due donne: a Irsina – secondo l’accusa – la donna indagata faceva spacciare anche i due figli, uno dei quali di nove anni.
Le indagini cominciarono nel 2016, quando una donna, insospettita per la presenza di foto di droga sul telefono del figlio minorenni, si rivolse ai Carabinieri di Grassano. Gli investigatori scoprirono un’associazione “organizzata gerarchicamente e con compiti ben delineati e precisi”, con base a Irsina. La droga veniva spacciata anche a Grassano e “davanti alle scuole di Matera”. Gli indagati portavano lo stupefacente sugli autobus frequentati dagli studenti che ogni giorno raggiungevano Matera e la cedevano ai coetanei.
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