A raccontare questa prima immagine dell’emergenza morti bianche è la più recente indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sulla base di dati Inail.
“Numeri complessivi terrificanti che narrano una morte quotidiana con una media di oltre 90 vittime al mese. Incomprensibile come ancora non vengano consegnate risposte concrete a questa che è una piaga sociale ‘conclamata’ – sottolinea Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio – dove le morti, molto spesso, non sono dovute a una tragica fatalità, ma sono piuttosto la conseguenza più tremenda e visibile della scarsa diffusione della cultura della sicurezza”.
La Lombardia, come sempre, è la regione maggiormente colpita con 70 vittime in occasione di lavoro. La Puglia conta 29 vittime, la maggior parte delle quali nel barese. A livello provinciale, infatti, dopo Roma e Milano, c’è Bari in classifica con 16 morti.
Il settore delle Costruzioni conta il maggior numero di vittime (59 pari al 12,5% del totale degli infortuni mortali). Al secondo posto le Attività Manifatturiere (11%); al terzo posto Trasporti e Magazzinaggi (9,5%). Al quarto, invece, troviamo il Commercio all’ingrosso e al dettaglio, Riparazione autoveicoli e motocicli con il 7,4% delle vittime.
Quarantenni e cinquantenni sono i lavoratori più spesso coinvolti dagli infortuni mortali. Per la precisione il 36,7% di tutte le vittime del Paese aveva un’età compresa tra i 45 e i 54 anni e il 23,9% tra i 55 e i 64 anni. Le donne che hanno perso la vita nei primi sette mesi dell’anno in occasione di lavoro sono state 27.
Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 77, pari al 16,3% del totale.
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