Terzo appuntamento, a Castrignano de’ Greci, con il Kascignana Festival, la rassegna che celebra l’accoglienza con l’arte e attraverso le varie forme espressive. In Piazza Sant’Antonio il noto lavoro realizzato dal regista Fabrizio Saccomanno e dal cantautore Mino De Santis
CASTRIGNANO DE’ GRECI (LE)- Il Sud e i suoi vezzi. La malinconia di chi parte, l’ironia di chi resta. La parola che incontra la musica per farne un racconto di portata universale, veicolando le storie del Meridione, che spesso sono identiche a quelle di altre parti del mondo. Terzo appuntamento, a Castrignano de’ Greci, per il Kascignana Festival, la rassegna che celebra l’accoglienza con l’arte e attraverso le varie forme espressive.
Ideato in collaborazione tra Arci Solidarietà Lecce cooperativa sociale, Comune di Castrignano de’ Greci e Unione della Grecìa Salentina, il festival racchiude anche alcuni eventi nati nell’ambito del progetto “Borgo del Contemporaneo”.
Un’altra, prestigiosa serata, gratuita, a Castrignano de’ Greci, con lo spettacolo “Trapule”. Sul palco di Piazza Sant’Antonio, martedì 13 agosto alle 21, il noto lavoro realizzato da due dei più importanti nomi della cultura locale: il regista Fabrizio Saccomanno e il cantautore Mino De Santis.
“Nati e cresciuti nelle stesse vie di un paese del Salento, negli anni hanno cercato di raccontare e fare testimonianza del mondo che li circonda, degli usi e delle tradizioni del meridione e del Salento, di storie di vita tra il triste e il comico, senza perdere mai l’ironia. Saccomanno con il suo corpo teatrale, De Santis, imbracciando una chitarra. Inconsapevoli dipingono con colori accesi il nostro sud, quello che ognuno si porta nel cuore, quel poco che ne resta. Forse era davvero inevitabile che i canti di Mino e i cunti di Fabrizio dovessero incontrarsi, e questo è “ trapule”. Attraverso la musica e il canto la parola si racconta di un sud di cielo e terra, di uomini e donne memorabili loro malgrado, con ironia e disincanto, non senza uno sguardo sulle miserie della nostra contemporaneità”.
Attraverso la musica il canto la parola raccontiamo di un sud di cielo e terra, di uomini e donne memorabili loro malgrado, con ironia e disincanto, non senza uno sguardo sarcastico sulle miserie della nostra contemporaneità.”
Il prossimo appuntamento
Il festival inoltre chiuderà, il 15 agosto, con l’evento dell’estate salentina: sul palco dei giardini Unicef “Alan Kurdi”, l’artista di fama mondiale Manu Chao. Una notte di Ferragosto destinata a restare indimenticabile per le note del musicista di origini francesi e figlio di immigrati spagnoli, conosciuto in ogni angolo del Globo per il suo originale mix di generi musicali e per i messaggi di solidarietà umana.