La stazione di Lecce è stata inaugurata nel 1866
Un progetto di linea ferroviaria in grado di congiungere Napoli con la Puglia era stato redatto nel 1855 sotto il Regno dei Borbone, ma non fu realizzato.
Con la nascita del Regno d’Italia (1861) uno dei principali impegni del nuovo Stato italiano fu quello di realizzare una rete ferroviaria nazionale. Infatti, sino ad allora, le linee ferroviarie si erano estese sufficientemente solo nel settentrione.Gli ambienti politici ed economici salentini sollecitavano l’arrivo della ferrovia, giudicata indispensabile all’economia locale prevalentemente agricola, che necessitava di trasporti efficienti per essere competitiva sui nuovi mercati dell’Italia e dell’Europa; anche lo sviluppo dei porti salentini era legato al necessario collegamento con la rete ferroviaria nazionale.
La legge del 22 agosto 1862, firmata da Agostino De Pretis e Quintino Sella, autorizzava finalmente la costruzione delle linee Ancona-Otranto via Termoli, con diramazioni da Bari a Taranto, e da Foggia a Napoli.
Un mese dopo veniva costituita la Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali ad opera di Pietro Bastogi. La società con un capitale di 100 milioni assunse l’appalto per la costruzione delle linee e per la successiva gestione.
Furono subito avviati i cantieri per la costruzione della linea adriatica. Il 25 aprile 1864 veniva inaugurata la linea da Ortona a Foggia. Contemporaneamente altri 200 km erano in fase di costruzione tra Trani, Bari e Brindisi. Il 26 febbraio 1865 la ferrovia fu inaugurata a Bari.
Il 29 aprile successivo fu aperta all’esercizio la linea Bari-Brindisi di 111 km.
Alle ore 9.00 del 28 novembre giungeva la prima locomotiva nella stazione di Lecce, mentre fervevano i lavori di completamento degli edifici per mano della solerte impresa Coppola, subappaltatrice dell’edificazione dei fabbricati ferroviari tra Lecce e Brindisi.
Finalmente il 15 gennaio 1866 veniva aperta all’esercizio l’intera linea, tra l’esultanza della folla e i festeggiamenti nelle varie stazioni alla presenza delle autorità locali. Solo sei anni dopo, nel 1872, la ferrovia giunse ad Otranto, ultima stazione della dorsale adriatica, mala tratta tra Lecce ed Otranto fu considerata sin dalle origini una linea secondaria. L’arrivo della ferrovia sconvolse i vecchi equilibri economici e sociali del territorio e segnò nuovi percorsi commerciali, rendendoli più celeri e più rispondenti alle esigenze di una società moderna. Così ad esempio, la città di Bari si dotò di una serie di infrastrutture di trasporto che la portò ad affermarsi come città-capoluogo di regione; il porto di Brindisi, con l’arrivo della Valigia delle Indie, a cui è dedicato un pannello, divenne lo snodo treno/nave per il collegamento tra Occidente e Oriente.
Agli inizi del ‘900 si iniziò a parlare di doppio binario tra Bari e Lecce per la cui realizzazione si fecero interpretieconomisti, intellettuali e uomini politici. Si trattò di un dibattito appassionato ma che non sortì risultati concreti. Dopo i due conflitti mondiali la questione del doppio binario si ripropose. Nel 1975 iniziarono i lavori che portarono all’apertura di un primo tratto tra Fasano e Brindisi. Tra sospensioni, riprese e alterne vicende politiche, burocratiche, logistiche, ecc., la costruzione del doppio binario fu portata a termine finalmente nel 2006.
Intanto, nel 1996,la linea Bari-Lecce era stata elettrificata, portando un discreto beneficio sui tempi di percorrenza poiché i treni non richiedevano più il cambio di trazione nella stazione di Bari, già elettrificata nel 1958. Oggi i treni “Pendolini” ed” Eurostar” della prima generazione sono stati sostituiti da “Freccia Argento” e “Freccia Bianca”, in attesa che si concretizzino le condizioni ottimali sia tecniche che di esercizio per l’arrivo anche a Lecce della tanto agognata Freccia Rossa.
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